Gli ostacoli alla comunicazione

Quali sono i principali ostacoli alla comunicazione? Ogni giorno ti trovi coinvolto in scambi comunicativi: in famiglia (con bambini piccoli o adolescenti, con il partner, con i genitori ed altri membri della famiglia); nei luoghi di lavoro, nei gruppi sociali, nelle amicizie e a scuola. Vediamo di addentrarci in quegli ostacoli tipici che distorcono anche le migliori intenzioni e fanno naufragare la comunicazione. Tra di essi i più comuni sono: il dare ordini, minacciare, fare la predica, offrire soluzioni, convincere, criticare, elogiare, etichettare, fare interpretazioni, minimizzare ed inquisire.

Tra queste modalità ve ne sono alcune che possono suscitare una certa sorpresa perchè solitamente gli attribuisci significati positivi: l’offrire soluzioni è visto come un dare una mano all’altro, ma è un ostacolo se l’altro non è interessato a ricevere una soluzione o è impegnato nella ricerca di una soluzione propria. Elogiare diventa controproducente quando è un atto indiscriminato che non aiuta l’altro a riconoscere il senso del limite e della norma.

Fare interpretazioni non è affatto una buona cosa quando serve ascoltare e accogliere l’esperienza emotiva dell’altro. Minimizzare può essere deleterio quando non dai la giusta importanza ad una situazione o ad un comportamento dell’altro, che può sentirsi non compreso e sminuito emotivamente. Perchè la comunicazione sia efficace è necessario imparare a riconoscere quando agisci inconsapevolmente queste modalità, osservare gli effetti che producono nella tua vita ed apprendere altre più funzionali e (creative) modalità. 

5 Stili comunicativi

Ecco 5 stili comunicativi che possono darti interessanti spunti:

1- Stile Passivo: accondiscendi a ciò che gli altri dicono. Tendi a non prendere iniziativa, non ascoltare ed esprimere i tuoi bisogni fino all’estremo della violazione deituoi diritti. 

2- Stile Aggressivo: sei dominante e prevaricatore. Intimidisci gli altri per indurre sottomissione alle tue idee. Per affermare te stesso violi gli altri. Ciò provoca negli altri rabbia, umiliazione o paura.

3- Stile Passivo-Aggressivo: non tolleri di entrare in aperto conflitto con gli altri, perciò accondiscendi mantenendo però idee tue e non facendo poi in modo concreto ciò che a parole hai dichiarato. Ciò provoca negli altri confusione, irritazione fino alla rabbia. 

4- Stile Manipolativo: fai leva sul senso di colpa per indurre gli altri a fare ciò che vuoi, in tal modo eviti di prenderti le tue responsabilità.

5-Stile Assertivo: affermi in modo diretto, onesto e sincero il tuo punto di vista e le tue emozioni, dando pari valore a te quanto all’altro. La tua posizione è di tipo collaborativo e rende possibile una negoziazione, in caso di conflitto, è possibile una risoluzione costruttiva e persino un rafforzamento del legame tra gli interlocutori. 

Lo stile Assertivo è chiaramente il più equilibrato poichè non mette ostacoli alla comunicazione e all’incontro umano pieno, a livello mentale ed emotivo, tra te e l’altro, godete di pari dignità e pari possibilità di discutere delle vostre opinioni e proposte in modo positivo e paritario. Non c’è il “nascondervi dietro ad un dito”, come recita il detto, per evitare di esporvi, nè il tentare di convincervi a vicenda della superiorità della propria idea, nè il silenzio squalificante o l’ostruzionismo.

Infine, un ingrediente essenziale per creare buoni scambi comunicativi è la qualità dell’ascolto: puoi pensare che per ascoltare l’altro non ti serva fare niente di particolare oltre all’udire le sue parole e poi portare la tua opinione in risposta. In realtà, saper ascoltare è una grandissima abilità che puoi implementare e che è alla base delle professioni di aiuto, come quella dello psicologo.

Sai fare ascolto attivo quando sai fare le seguenti cose: intendi sinceramente capire cosa l’altro ti vuol comunicare, vuoi capire a che scopo lo sta comunicando, vuoi evitare di interpretare in modo improprio il messaggio dell’altro, vuoi rimuovere eventuali ostacoli alla comunicazione e mostrare di aver compreso il messaggio dell’altro.

Quando ascolti in modo attivo provi e comunichi all’altro empatia, cioè sai sintonizzarti sulle emozioni dell’altro, sei coerente con te stesso e sai comunicare accettazione all’altro, sai, cioè, accettarlo come individuo al di là dal grado di accordo con le tue opinioni o i tuoi comportamenti.

Vai all’articolo: http://federicapianapsicologa.it/la-comunicazione-non-solo-parole/

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I tipi di comunicazione

Al di là del senso che comunemente attribuisci al verbo “comunicare”, che cos’è davvero la comunicazione da un punto di vista scientifico?La comunicazione è quell’atto grazie al quale due o più soggetti si trasmettono dei messaggi. Esistono diversi tipi di codici e, di conseguenza, diversi tipi di comunicazione: la comunicazione verbale, la comunicazione non verbale e la comunicazione paraverbale.

La comunicazione verbale (CV) riguarda ciò che dici (o scrivi), la scelta delle parole e la costruzione delle proposizioni sulla base delle regole grammaticali e sintattiche della lingua. Questo tipo di comunicazione usa un codice digitale, che adopera segni arbitrari, vale a dire le parole, simboli convenzionalmente utilizzati per designare precisi significati.

La comunicazione non verbale (CNV) riguarda ciò che esprimi attraverso il movimento nello spazio, la postura e l’immagine esteriore. Tale tipo di comunicazione usa un codice analogico, volto a riprodurre per immagini i significati cui si riferisce. Infine, la comunicazione paraverbale riguarda le modalità tramite le quali esprimi un significato, il “come”. Si tratta delle sfumature della tua voce (volume, tono, timbro), così come i silenzi, le tue risate ed altre espressioni vocali. Sia con il non verbale che con il paraverbale veicoli significati a forte connotazione emotiva, spesso in modo inconsapevole.

Molti anni fa, nel 1967, alcuni ricercatori afferenti al Mental Research Institute a Palo Alto, California, hanno postulato i cosiddetti assiomi della comunicazione, cioè regole fondamentali che governano la tua comunicazione a tutti i livelli, dagli scambi quotidiani a lavoro, in famiglia, nella coppia fino ai casi di psicopatologia. Si tratta di 5 assiomi:

Gli assiomi della comunicazione

Il primo afferma che è impossibile non comunicare. Questo avviene perchè ogni tuo comportamento comunica qualcosa, è pertanto impossibile avere un non – comportamento. La tua comunicazione può essere involontaria, non intenzionale e pure inefficace, contraddittoria: ma si tratta pur sempre di una comunicazione. Anche se sei silenzioso e ritirato stai comunicando la tua intenzione di non comunicare a livello verbale contenuti specifici! La domanda non è “se”, ma “cosa” tu stia comunicando, anche con comportamenti apparentemente illogici.

Il secondo afferma che in ogni scambio comunicativo si individuano due livelli: quello di contenuto e quello di relazione. Nel livello di contenuto esprimi “cosa” stai comunicando, nel livello superiore esprimi il tipo di relazione che instauri con il tuo interlocutore.

In altri termini, questo assioma afferma che tra te e l’interlocutore ha importanza tanto cosa vi dite – livello di contenuto – quanto come ve lo dite – livello di relazione, quest’ultimo è quello più importante perchè qualifica il contenuto e gli assegna sfumature diverse. Un esempio: se chiedi ad un’altra person di compiere una semplice azione con un tono pacifico e sereno, comunicherai qualcosa di diverso rispetto a esprimere la stessa richiesta con tono aggressivo, nel primo caso lo scambio è collaborativo, nel secondo lo scambio innesca una dinamica di dominanza e sottomissione

Il terzo assioma afferma che esiste una punteggiatura, cioè che la modalità con la quale può essere interpretata la comunicazione è diversa per te e il tuo interlocutore. Le diverse interpretazioni dipendono dalla punteggiatura che date alla comunicazione, cioè dalla modalità in cui ognuno crede che la propria visione dello scambio in atto sia quella più giusta o più vera. Esempio: in una lite di coppia il marito si chiude nel silenzio e si ritira e la moglie lo brontola.

Il marito può dire che si chiude perchè si sente brontolato dalla moglie mentre questa può dire che brontola il marito perchè lui si chiude. E’ evidente come ognuno legga lo scambio secondo una lente propria che non è facile mettere in discussione. 

Il quarto assioma asserisce che esiste la comunicazione analogica – non verbale, fatta di mimica facciale, gestualità, movimento nello spazio – e la comunicazione digitale – verbale.

Infine, il quinto assioma asserisce che la comunicazione è simmetrica quando si svolge tra te ed altre persone ed avete lo stesso status sociale e detenete lo stesso potere (partner, amici e colleghi di pari grado); è invece complementare quando si svolge tra te ed altre persone e non avete lo stesso status sociale nè lo stesso potere (il superiore ed il sottoposto, genitori e figli, insegnanti ed allievi).

Le modalità simmetriche e complementari non devono essere considerate alla stregua di modalità “buone” o “cattive” in sè: occorre uno sguardo d’insieme alle situazioni specifiche in cui si verificano, di norma la capacità di utilizzarle in modo flessibile ti garantisce il buon esito degli scambi comunicativi.

Vai all’articolo: http://federicapianapsicologa.it/3-spunti-per-una-comunicazione-efficace/

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