Che cos’è la filofobia?

Nell’articolo di oggi voglio parlarti di un fenomeno che oggi si sta diffondendo sempre più, la cosiddetta “filofobia“, vale a dire la paura di innamorarsi veramente e di amare. Anche se non hai mai sentito questo termine specialistico, è assai probabile che tu comprenda ciò di cui parlo: conosci persone nelle tue cerchie che presentano questa difficoltà, o ne sei affetto tu in prima persona. Si tratta dell’unione di due termini provenienti dal greco, “philos” e “phobia”, rispettivamente “amore” e “paura”: la persona filofobica teme moltissimo l’innamoramento e l’amore, quindi di coinvolgersi in senso affettivo profondo e duraturo, creando un legame stabile sul lungo periodo. Devi sapere che puoi avere paura e attrazione praticamente per qualunque cosa, è una facoltà incredibile della mente umana: avversione (quindi fuga, evitamento, negazione o blocco) e attaccamento (quindi desiderio e ricerca, fino all’ossessione). Di solito fa paura qualcosa che non conosci, che per te è ignoto, e che dunque rappresenta una minaccia: tuttavia, nella filofobia, a farti paura sono il profondo sentimento dell’amore e la dimensione affettiva intera della coppia. Anche se sei solito pensare all’innamoramento e all’amore come a qualcosa di molto desiderabile, persino nobile e sublime, nella filofobia puoi essere spaventato, o addirittura terrorizzato, alla sola idea di avvicinarti e instaurare una relazione seria con un’altra persona. Senza capirne le ragioni, anzi, più spesso giudicandoti sciocco o “anomalo” per questa tua difficoltà. Per quanto tu possa in molti casi desiderare l’affetto sincero e profondo, ti senti costantemente diviso, scisso, tra una metà che cerca il contatto e il coinvolgimento e l’altra che lo rifugge in preda al panico. Di solito prende il sopravvento la seconda metà: in qualche caso, se la paura raggiunge livelli assai elevati, puoi sperimentare dei veri e propri attacchi di panico.

Identikit della persona filofobica

Se soffri di filofobia, molto probabilmente presenti alcuni o tutti questi sintomi:

  1. Ansia: cioè segni di attivazione neurovegetativa all’idea o nei primi passi di una relazione (tachicardia, respiro affannoso, sudorazione, agitazione, nervosismo),
  2. Stress,
  3. Evitamento più o meno totale delle relazioni affettive,
  4. Coinvolgimento superficiale nelle relazioni con partner disponibili,
  5. Coinvolgimento nelle relazioni “impossibili”, già sfavorevoli in partenza (a distanza o con partner non disponibili),
  6. Esasperazione dei comportamenti di autonomia,
  7. Negazione o svalutazione dei bisogni affettivi di coinvolgimento, supporto, amore e progettualità.

Con tali livelli di paura, vivi nell’angoscia e nell’insoddisfazione perenne, hai una bassissima autostima, e pensi di essere destinato alla solitudine, o al “vagabondare” tra una frequentazione fallimentare e l’altra, somministrandoti “briciole d’attenzione” e credendo di diventare una persona sola, alienata, incompresa, affranta dalla depressione.

Le cause della paura di amare

Sono davvero molteplici le sfaccettature di questa complessa fobia. Da una parte può esserci sicuramente la forte tendenza al controllo, se sei una persona razionale soprattutto, o se hai sperimentato delusioni d’amore cocenti che ancora senti dentro di te. Ti trovi in uno stato di costante allerta perchè temi di diventare dipendente dall’altro: pertanto, se frequenti una persona e intuisci che la cosa inizia a diventare un po’ più seria, questo ti procura i sintomi sopra descritti. Non accetti che sentirti un po’ in balia del sentimento che sta nascendo sia una condizione necessaria ad addentrarti nel rapporto, senti destabilizzante e minacciosa questa perdita di controllo potenziale e perciò vai in allarme, chiudendoti in modo repentino, agendo comportamenti contrastanti o allontanandoti in modo deciso dall’altro. Ti chiudi e ti allontani laddove dovresti avvicinarti, affidarti, appoggiarti all’altro e lasciarti andare a questo sentimento genuino e intenso che sta nascendo. Se sei abituato a controllare tutto, perchè è un tratto del tuo carattere o perchè l’hai imparato come autodifesa da delusioni precedenti ancora irrisolte, non ti concederai di abbassare questa difesa, pena un senso di soffocamento e di perdita della tua libertà e autonomia. Consideri l’amore una dimensione pericolosa, una debolezza fatale, da cui rifuggire. Accade esattamente l’opposto di quello che accade in una relazione affettiva solida e reciproca: ti senti fragile e in pericolo accanto al partner (o alla persona che hai iniziato a frequentare). Tutte queste sono sfaccettature variegate di precedenti esperienze relazionali negative che hai vissuto probabilmente già fin dalla tenera età. E’ noto in letteratura che le relazioni con le figure primarie di attaccamento, vale a dire i genitori, fratelli, nonni e altre persone della tua infanzia e adolescenza, rappresentano l’impronta di base per le relazioni future della tua vita adulta. Se hai sperimentato delle relazioni in cui c’era insufficiente sintonizzazione con gli adulti di riferimento, per cui i tuoi bisogni affettivi (ascolto, supporto, presenza, condivisione, gioco, scoperta e quant’altro) non trovavano adeguate risposte, questo ha creato un substrato fertile per un gran numero di difficoltà nelle relazioni che instauri fuori dall’ambiente extrafamiliare, con gli altri adulti e i coetanei. Tra queste difficoltà chiaramente c’è anche la filofobia, l’intensa paura dell’innamoramento e dell’amore. Queste sono le ragioni per cui, nonostante le buone intenzioni degli adulti che si sono presi cura di te, sei cresciuto con bassa autostima, senso di disvalore, inadeguatezza, difficoltà consistente a prendere decisioni, difficoltà a regolare in autonomia le tue emozioni e a costruire e mantenere solide e reciproche relazioni, soprattutto affettivo-sentimentali. Diventando un candidato alla filofobia. Se in passato per te vivere l’amore è stato fonte di sofferenza, oggi, da adulto, tendi a rifuggire i legami veri e propri, quelli in cui è appropriato bilanciare i bisogni di autonomia con quelli di dipendenza, attanagliato dalla paura di tornare a sperimentare l’abbandono, il rifiuto, l’inganno, il rifiuto, la svalutazione e l’umiliazione.

Gli effetti della filofobia sul partner e sulla coppia

Com’è prevedibile, coltivi l’illusione che stando alla larga dalle relazioni intime sarai immune alle pene d’amore, e questo ti renderà in qualche modo invulnerabile. Non è così che va purtroppo: sottrarti ai rischi di una relazione seria ti porterà solo inaridimento, isolamento, sfiducia in te, negli altri e nella vita, spegnimento della tua energia vitale. Vedendo il legame come un vincolo (o un cappio), per te stare dentro alla relazione significa soffocare la tua creatività, la tua libertà, sottometterti al volere dell’altro: la relazione diventa una costrizione insopportabile, anzichè un arricchimento, una possibilità di sostenersi nelle numerose sfide della vita, una crescita reciproca. Se riesci a rimanere dentro la relazione, combattuto come sei tra le spinte opposte di avversione e attaccamento, alterni momenti in cui ti avvicini con premura e interesse ad altri in cui ti allontani e ti trinceri nel tuo mondo interiore: questo “giocare sempre in difesa” può portarti difficoltà sessuali di vario tipo, dal desiderio all’orgasmo, poichè la sessualità richiede abbandono alle sensazioni del corpo e alla passione. Tipicamente, puoi avere estrema attenzione ai segnali di intensificazione del rapporto provenienti dal partner: questi possono far innalzare vertiginosamente i tuoi già alti livelli di ansia e indurti a fuggire; oppure, a diventare costantemente incomprensibile, inaccessibile emotivamente, a investire sempre meno nella relazione o a sminuire e ferire il tuo partner, così da rendere più probabile il ritrarsi del partner per sana auto-protezione.

La sindrome di Peter Pan e quella della Crocerossina

Avrai di sicuro sentito nominare queste due sindromi, si tratta di due dimensioni che, quando s’incontrano, possono produrre un cocktail relazionale micidiale: ovvero una relazione complementare disfunzionale. Da una parte c’è (spesso ma non sempre) un uomo ancora semi-adolescente, il Peter Pan appunto, che rifiuta d’impegnarsi seriamente nella relazione e presenta una sorta di fobia dell’impegno (“commitment phobia”), mentre dall’altra c’è (spesso ma non sempre) una donna iper-disponibile, iper-premurosa, sempre attenta alle esigenze del partner, pronta al sacrificio: lunghe attese sulla base di vaghe promesse, che mette la gran parte dell’impegno quotidiano nel costruire e mantenere il rapporto, che pazienta, accudisce, educa e perdona. Tra le altre caratteristiche tipiche della persona con la sindrome di Peter Pan ci sono: egocentrismo, umore volubile, fuga dalle responsabilità della vita adulta in generale, scarsa autocritica, scarsa regolazione delle proprie emozioni; tutti elementi che ostacolano lo sviluppo della personalità adulta e matura. Tra le altre caratteristiche presenti nella persona con la sindrome della Crocerossina rientra l’illusione del “Io ti salverò”, caratterizzata dalla marcata propensione a gettarsi a capofitto nella relazione con l’altro, premendo per l’intensificazione della stessa, lanciandosi in sogni ad occhi aperti e in improbabili progetti di lungo termine, in assenza di basi concrete. Entrambe queste persone possono presentare qualche ingrediente della filofobia: il Peter Pan, com’è chiaro, perchè ne rappresenta l’emblema, la Crocerossina, anche se può sembrare paradossale, perchè si ostina a puntare su un partner con il quale fin da subito non si evidenziano segnali incoraggianti per una relazione stabile e duratura.

Come superare la paura di amare

Vivere una relazione di coppia armonica richiede un gioco di equilibrismo, tra gli spazi di autonomia dell’individuo e gli spazi di condivisione e intimità di coppia. Tuttavia, stare insieme ad un’altra persona è e dev’essere una scelta, non un obbligo o un clichè socio-culturale. Se soffri di filofobia, o le tue relazioni affettive non sono soddisfacenti, è molto probabile che tra le ragioni vi siano anche delle errate aspettative da parte tua: magari credi che l’altro, il tuo partner, debba renderti felice, dandoti tutto l’amore, le certezze e tutto quello che non hai ricevuto quando eri bambino. Ebbene, se pensi questo sei dentro ad una bolla illusoria: assecondando tale visione puoi attenderti di ricevere, di essere “risarcito” dal partner per tutto quello che di negativo hai vissuto, senza contraccambiare. Ricevere senza donare. Cosa che ti porterà a pretendere dall’altro, per poi rimanere deluso poichè l’altro non riesce a soddisfare ogni tuo bisogno. E ritirarti dal contatto affettivo profondo, inaridendoti. Ricorda: quanto più ti crei l’illusione per qualcosa, tanto più andrai incontro alla delusione. Se vuoi affrontare la tua paura di amare, inizia con il farti alcune domande, prendi informazioni sul problema, come queste che hai trovato nel mio articolo, inizia a fare una piccola ma onesta auto-analisi del punto in cui ti trovi. La via maestra per affrontare e superare la filofobia rimane la psicoterapia, un contesto protetto dove, insieme a un professionista, prendi in esame la tua vita affettiva, svisceri le origini della tua difficoltà attuale e metti in campo strategie e strumenti per emanciparti dalla paura e realizzare la tua innata tendenza a costruire relazioni d’amore durature.

Ti suggerisco di leggere questo articolo, in cui parlo degli stili relazionali a partire dalle relazioni di attaccamento nell’infanzia: https://federicapianapsicologa.it/gli-stili-di-attaccamento-le-basi-delle-relazioni-in-eta-adulta/

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L’archetipo Afrodite

In questo ultimo articolo dedicato agli archetipi del femminile, ti parlo dell’archetipo Afrodite: dea della bellezza, dell’amore, dell’arte e di ogni impulso creativo. Figura centrale in tanti racconti mitologici e tuttavia misteriosa per le controverse informazioni rispetto alla sua provenienza divina. In alcune versioni la sua nascita si deve alla diffusione dello sperma di Urano, il padre di tutti gli Dei, ad opera del figlio Cronos, nelle acque del mare fecondandole: dalla spuma del mare nacque Afrodite. In un’altra versione la dea nacque dall’unione di Zeus e Dione.

I miti parlano di storie d’amore legate a tale archetipo, nondimeno anche di vanità e giochi di seduzione, caratteristici di Afrodite, che sconvolgevano la vita di mortali e Dei, assolutamente colti dal suo travolgente potere. Tanti sono i personaggi ai quali la dea si è legata: moglie di Efesto, il Dio fabbro, storpio e taciturno, nelle cui opere Afrodite vedeva la capacità di generare bellezza; tuttavia col tempo perse interesse e lo tradì con Ares, Dio della guerra, ardimentoso e passionale, generando diversi figli. Si legò anche ad Anchise, il padre di Enea, ad Ermes, generando Ermafrodito, e ad Adone, contendendoselo con Persefone.

Afrodite è intimamente correlata alla libertà: come le dee vulnerabili si è legata ad uomini, generando figli e cedendo alle passioni e ai sentimenti, ma senza mai esserne soggiogata, come le dee vergini. Afrodite viene perciò chiamata la Dea alchemica, poichè capace di produrre cambiamenti portando la persona a generare e a creare qualcosa di nuovo, oppure, viceversa, a distruggere.

Quando Afrodite interviene si produce una trasformazione che, nel caso dell’incontro tra un uomo e una donna, porta alla nascita di un figlio, o nel caso del mescolarsi di idee ed intuizioni, porta alla nascita di un’opera d’arte. Puoi fare esperienza di questo Archetipo quando ti innamori, scopri il piacere in tutte le sue forme, fai un’opera d’arte o un progetto, abbellisci qualcosa o riesci a vedere la bellezza dentro alle cose e alle persone

Scopri se il tuo archetipo dominante è Afrodite

Se impersoni questo archetipo hai una certa dose di curiosità nel conoscere persone e luoghi nuovi, facilmente apprendi quel che ti incuriosisce e altrettanto facilmente, quando perde interesse, dimentichi. Puoi fare degli sforzi per raggiungere risultati, ma poi, mal sostenendo fatica e concentrazione e non essendo lungimirante, ricadi nella tua tipica indolenza.

Non ti interessi ad attività scientifiche, serie e “pesanti”, sei piuttosto attratta dalle arti quali la danza ed il canto. Sei molto socievole ed estroversa, sai stare in compagnia, ti piace partecipare a feste ed incontri pubblici, ami la conversazione, sei attratta in ogni cosa dalla forma estetica, dal bello: ti piacciono gli oggetti d’arte, gli abiti eleganti e gli ornamenti, che indossi con naturale grazia.

Non tolleri la solitudine, nemmeno nel breve periodo, molto fiduciosa nel futuro, detesti le fatiche e il dolore: tendi alla concordia e al riposo. Spesso la vita è generosa con te, dandoti condizioni molto fortunate, talvolta superiori agli sforzi profusi. Ami i fiori, i profumi e i gioielli, i cibi più esotici e stuzzicanti. Tendi a vedere tutto rosa, la tua mente è libera da ansie e preoccupazioni per il domani, hai un’attitudine verso il piacere e il relax, porti allegria e spensieratezza.

Di indole affettuosa e tenera, dolce e generosa: ridi e piangi con facilità, fedele nelle amicizie ma incostante in amore. Hai una innata capacità di sedurre, far innamorare, affascinare e addolcire gli altri. Sai fare per gli altri in modo spontaneo e senza calcoli. Non rimani mai single a lungo: elargisci gentilezza e sensibilità agli altri, puoi essere una compagna molto appagante date le cure che riservi al partner. 

Nell’infanzia mostri una spiccata, per quanto innocente, seduttività: ami stare al centro dell’attenzione, che catturi con abilità negli adulti e nei coetanei. Sei una protagonista della scena, civettuola ed allegra. Ti prendi facilmente le cotte per i maschietti, non vedi l’ora di diventare grande per poterti atteggiare come tale, con tutti i vezzi dell’età adulta. Crescendo diventi sempre più consapevole del tuo innato potere di attrarre e sedurre i ragazzi, potere che può diventare una vera arma e una caratteristica distintiva.

Molti genitori, anche inconsapevolmente, alimentano tali caratteristiche in te: esaltando la tua bellezza, iscrivendoti a concorsi o a casting pubblicitari. Durante l’adolescenza, tuttavia, l’atteggiamento genitoriale può cambiare anche radicalmente, generando confusione in te e conflitti familiari: dapprima la tua sensualità e il tuo fascino vengono incoraggiati, poi puniti più o meno severamente. Tuo padre può sentirsi inconsapevolmente attratto dalla tua bellezza di giovane donna, provando impulsi incestuosi, in altri casi può essere duro e punitivo proibendoti di frequentare ragazzi e controllando le tue uscite e le telefonate.

Tua madre, allo stesso modo, può avere diverse reazioni: se è una madre anch’essa Afrodite, può colludere, cioè incoraggiare entusiasticamente le tue naturali tendenze spingendoti a far carriera nel mondo dello spettacolo o della danza, divenendo però invadente e volendo conoscere ogni dettaglio della tua vita, nel tentativo di rivivere attraverso di te la sua giovinezza; oppure, se tua madre è una donna più severa e “mentale” come Atena o Artemide, può scoraggiarti fino a punirti, imponendoti un codice di comportamento, orari e vestiario restrittivi e “casti”. Infine, una madre Era può diventare gelosa della tua freschezza e della bellezza, mettendosi in competizione con te e persino mostrandosi civettuola con i tuoi amici o il tuo ragazzo, minando la tua autostima.

I migliori genitori per te sono persone che ti aiutano a diventare consapevole delle tue doti così che non tu scada nell’eccesso e che ti trasmettano l’importanza anche di altre qualità oltre al fascino e alla bellezza, come la sensibilità artistica, l’estroversione e la gentilezza, anche le abilità intellettuali e pratiche.

Nell’adolescenza vivi la prorompente spinta verso la sessualità e puoi trovarti in difficoltà se non riesci a moderarla. Puoi essere etichettata come “ragazza facile” e non avere molte amiche, essere circondata da ragazzi interessati al sesso ma che tendono a non considerarti abbastanza “per bene” per fare di te la ragazza fissa. Un alto rischio che corri è quello di una malattia sessualmente trasmissibile o di una gravidanza indesiderata.

Se sotto l’influenza della religione, puoi tentare di reprimere questo impulso, considerandolo “impuro e inaccettabile”; se in te si attivano anche Atena ed Era, puoi coltivare la propria sessualità dentro ad un rapporto stabile e usando raziocinio. Se vai all’università, scegli una facoltà che ti mette in contatto con le persone e continui ad interessarti alle arti, come la pittura, il canto, la danza o la recitazione, non è escluso che queste attività diventino poi parte integrante del tuo lavoro.

Non ambisci a traguardi impegnativi e vivi molto “il qui ed ora” nello studio universitario. Nel lavoro devi trovare passione altrimenti lo molli: niente compiti routinari o analitici, dev’esserci varietà ed intensità. E’ probabile che ti impegni in un settore artistico al fianco di una persona che consideri speciale e realizzata. 

Per quanto riguarda i rapporti con gli altri, ti considera amica di tutti, tuttavia, scopri con amarezza che non è così. Molte donne sono spaventate dalla tua bellezza e dal tuo carisma, sei addirittura odiata dalle donne Era, più di frequente le tue amiche sono altre donne Afrodite o che attivano questo archetipo grazie alla relazione con te. Le difficoltà nelle amicizie al maschile emergono se non hai consapevolezza del tuo potere seduttivo.

Per quanto riguarda i rapporti con gli uomini, spesso attrai uomini non adatti a te: puoi attrarre un uomo taciturno, complesso, isolato e difficile, come un uomo Efesto, del quale intuisci le abilità creative ma dal quale fuggi quando lui tenta di chiuderti nel suo mondo; un uomo abile nella comunicazione, giocoso e divertente ma sfuggente e immaturo, come un uomo Ermes, o un uomo passionale e combattivo ma inaffidabile, “senza testa”, come un uomo Ares.

Si tratta spesso di uomini che non hanno ambizioni e mete stabili, nè di tipo lavorativo nè familiare, non vogliono fare nè i mariti nè i padri di famiglia. Un’altra possibilità è la coppia con Dioniso: questi è, come Ermes, un Dio giovane, affascinante, intuitivo, emotivamente molto intenso, ma drammatico ed imprevedibile.

Queste ultime due sono le migliori combinazioni: tuttavia è necessario un percorso di crescita per entrambi, nella fattispecie tu devi essere più autocentrata, pacata e meno espansiva e attratta dalle novità, l’uomo Dioniso o Ermes deve sviluppare senso critico,impegno stabile, lasciarti  libera moderando la gelosia e amarti appassionatamente. In tal modo la vostra unione ha delle ottime chance di dar vita ad un progetto duraturo di coppia e famiglia.

Con i figli puoi avere un bel rapporto: assolutamente non severa e pesante, li stimoli nel gioco e nella creatività, apprezzando ciò che fanno e mostrandoti sempre positiva, li coinvolgi e con la tua dolcezza fai sì che ti obbediscano. Se in te c’è anche l’istinto materno e la solidità dell’archetipo Demetra, puoi crescere dei figli con una elevata autostima ed orientamento nella vita.

Se però Demetra non è presente in te, possono insorgere problemi: i tuoi figli, succubi del tuo fascino, restano molto attaccati a te, cercando però una stabilità ed una costanza che non riesci a dare loro, creando un’insicurezza di fondo nel rapporto con se stessi e con il femminile che potrà portarli, se maschi, ad intrecciare rapporti con donne molto simili a te di cui metteranno sempre in dubbio l’affidabilità e la fedeltà

Il lato Ombra di Afrodite

Quando vai in squilibrio, si attivano i lati Ombra di questo archetipo: si tratta dei “vizi” dati dall’eccesso di sensualità, quali la pigrizia, la gola e la lussuria. La pigrizia ti porta a trascurarti, a spegnere la tua naturale curiosità: puoi diventare disinibita, priva di senso del limite e della misura, indulgi nei piaceri dei sensi smarrendo il senso del bene e del male. Quando accade questo, puoi diventare fatale: sei quel tipo di donna per la quale un uomo può giungere a gesti disperati, compreso l’uccidere.

Volgarità, estremo esibizionismo ed appariscenza, egoismo sono i lati Ombra di questo archetipo. La via di guarigione segue una strada fatta di moderazione: sotto l’influenza di dee vergini quali Estia, Artemide ed Atena, volte rispettivamente all’introspezione, all’atto di volontà e alla pianificazione e al controllo, puoi imparare ad osservarti e recuperare un senso del limite, circoscrivendo la portata delle tue azioni. Non serve sviluppare una rigida disciplina nè tantomeno punirti per le naturali tendenze al piacere e alla seduzione: è importante che sviluppi la capacità di vigilare su te stessa, accogliendo e contenendo i tuoi impulsi, sperimentandoli in tutte le forme creative, sociali e relazionali possibili senza degradarli e senza metterti in pericolo.

La via di guarigione per te può anche seguire una strada diversa, anzi, inversa: laddove tale archetipo sia del tutto negato, è necessario portarlo alla luce liberandolo da tabù sociali e stereotipi religiosi. In ogni caso, coltivare Afrodite è un ingrediente essenziale nella vita di una donna, poichè porta a scoprire la bellezza della vita, l’importanza del qui ed ora, la capacità di generare e di darsi all’amore.

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L’archetipo Persefone/Kore

Nel sesto articolo dedicato agli archetipi del femminile, voglio parlarti dell’archetipo Kore/Persefone: figlia di Demetra, Dea delle Messi, e Zeus. Persefone viene chiamata anche Kore, “fanciulla”, per la sua giovinezza: narra il mito che, mentre era in un prato intenta a cogliere dei fiori, viene rapita da Ade e portata nell’Oltretomba per diventarne la regina al suo fianco.

Solo dopo la gravissima carestia che la madre Demetra infligge alla terra il padre Zeus invia Ermes a riportare Persefone alla superficie: madre e figlia si ricongiungono, tuttavia la ragazza, prima di risalire, mangia dei semi di melograno offerti dal consorte, Ade, che la destinano ad una vita ambigua e divisa: per metà dell’anno Persefone può stare con la madre Demetra, portando la primavera e l’estate, per l’altra metà dell’anno risiede nell’Oltretomba insieme ad Ade vegliando sulle anime dei defunti.

Questa dea è presente in numerosi miti: insieme ad Afrodite nel contendersi Adone (le due dee alla fine se lo spartiscono in diversi periodi dell’anno) e pure come madre di Dioniso. I termini a lei riferiti sono “la fanciulla”, “regina degli Inferi”, “traghettatrice delle anime” e “portatrice di incubi e follia”. L’aspetto distintivo di questo archetipo è la sua intrinseca mutevolezza: fatto di caratteristiche opposte che pure convivono.

Questo archetipo comprende sia Kore, la fanciulla, sovraesposta alle influenze degli altri e del mondo e pertanto estremamente volubile, sia Persefone, guida per le anime, regina del mondo sotterraneo, vale a dire dell’inconscio. Persefone e Kore possono manifestarsi in alcuni periodi della  tua vita di donna, la fanciullezza e l’adolescenza, nel momento della decisione di sposarsi o dedicarti alla carriera, nel rapporto coi genitori o col partner, per effetto di eventi avversi come traumi: lincontri questo archetipo dal duplice volto quando discendi nel tuo inconscio e vivi una trasformazione dovuta alla vicinanza ed influenza con un’altra persona

Scopri se il tuo archetipo dominante è Persefone/Kore

Nell’infanzia sei una bambina che può manifestare maggiormente le caratteristiche di Kore o di Persefone. Nel primo caso sei molto mutevole: timida in un momento ed espansiva in un altro, testarda e recalcitrante e subito dopo docile e remissiva.

Basta poco per placare le tue grida e il tuo pianto: con un po’ di coccole ed attenzioni torni tranquillamente ai tuoi giochi. Sei estremamente ricettiva e mostri subito una risposta emotiva agli eventi esterni. Come Persefone, invece, sei una bambina più introversa, tendi ad essere “la brava bambina”: educata e composta, ti vesti con gli abitini scelti per te da tua madre, che fai di tutto per compiacere.

Una madre tipicamente Demetra, quindi molto presente ed accudente, può riversare tanta ansia su di te: puoi crescere perciò con un’idea di te di fragilità e bisogno di protezione che ti rendono difficile emanciparti dalla dipendenza da tua madre una volta raggiunta l’età giusta.

Hai bisogno di tempo per focalizzare il tuo pensiero e spiegarlo agli altri: se hai una madre molto volitiva ed estroversa, come una donna Artemide o Atena, puoi incontrare difficoltà in quanto una madre del genere, vedendoti passiva, può forzarti verso attività precise con il risultato di farti percepire ancora di più la tua inadeguatezza fino a farti dubitare delle tue capacità, del tuo intuito.

Se tua madre ti dà il tempo e la guida amorevole può aiutarti a renderti più concreta, volitiva e chiara nelle tue azioni, fiduciosa in te stessa. Spesso la figura paterna non è rilevante nella tua infanzia: o per eccessiva presenza della madre o perchè l’uomo non ha sviluppato un senso paterno. Talvolta, ma meno di frequente, può capitare che vi sia un’iperpresenza paterna, con un padre Ade o Poseidone dominanti che ti trasmettono paura nell’affrontare il mondo e la vita.

In ogni caso, la tua crescita sana è possibile quando i genitori ti comunicano l’importanza dell’introversione e del mondo interiore al pari del fare esperienze diverse e conoscere il mondo nei suoi vari aspetti con un buon senso di autostima ed efficacia personale.

In adolescenza tendi a mantenerti ancora piuttosto fanciulla (puoi avere ancora hobby e giochi tipici dell’infanzia), mentre le tue amiche si interessano ai ragazzi e ai divertimenti. Se la presenza dei genitori è troppo forte, tipicamente di una madre Demetra, non riesci a sviluppare un’identità autonoma e ti mantieni ancorata alle relazioni con loro. Tendi a frequentare studi di psicologia o accademie artistiche, ad instradarti laddove senti meno resistenza, meno difficoltà, non avendo in quella pervicacia tipica di altre dee come Artemide o Atena.

Puoi cambiare facoltà diverse volte, restando l’eterna studentessa e, una volta inserita nel mondo del lavoro, anche pellegrinare tra diversi lavori con la speranza di trovarne uno che “ti catturi” in modo più stabile. Riesci bene nei lavori in cui non sono richieste capacità manageriali e di grande organizzazione: ideale è la situazione in cui tu abbia un capo che ti dà chiare direttive e che tendi a compiacere. Nel caso in cui senta più l’influenza di Persefone che di Kore la situazione cambia: puoi diventare molto più decisa ed organizzata e dar vita ad una tua attività di tipo psicologico, artistico o spirituale.

Per quanto riguarda i rapporti con le altre donne, sviluppi sorellanze tipicamente con donne giovani come te. Può anche esserci un rapporto diverso, tra te ed una Artemide, più forte e trainante, che ti guida. Se sei di bell’aspetto puoi stare in compagnia di donne meno avvenenti che proiettano su di te la loro femminilità inespressa.

Nel rapporto con gli uomini sei sfuggente, mutevole, sbarazzina, “fanciulla” e accondiscendente: se domina Persefone, però, riesci ad ottenere indirettamente quel che vuoi dall’uomo agendo una volontà nascosta dietro l’apparente accondiscendenza. Sono generalmente tre i tipi di uomini che attrai: un uomo giovane ed inesperto desideroso di un amore puro ed idealizzato, come un uomo Apollo, un uomo “duro” attratto dalla sua immagine di purezza e fragilità, come Ade, Efesto o Zeus, oppure un uomo spaventato da una donna forte e determinata in cerca perciò di una compagna più docile da dominare, come Ade, Poseidone o Zeus.

Si può osservare di frequente che il matrimonio rappresenta per te l’opportunità per sganciarti dalla relazione di dipendenza ed invischiamento con uno o entrambi i genitori: di solito da una madre Demetra. La sessualità per te può essere persino assente: ti senti una bambina travestita da donna e puoi avere difficoltà a lasciarti andare al piacere sessuale, puoi sentirti invasa o “violentata” dal partner per la sua passione.

Se emerge l’archetipo Afrodite puoi però sviluppare questo fronte e sentirti tanto appagata, guadagnando una migliore autostima e un senso di completezza come donna. Il matrimonio, come tanti altri eventi nella tua vita, è un qualcosa che accade e che tu non scegli, piuttosto vieni portata all’altare dal partner. A meno che non si attivino in te gli archetipi di Era e Demetra, puoi sentirti estranea alla vita coniugale e sviluppare rancore per il marito che ti ci ha portata.

Nel rapporto con i figli puoi non sentire il famoso istinto materno della donna Demetra: bravissima nel solleticare la fantasia, l’immaginazione e il gioco dei figli fintanto che sono piccoli, puoi poi entrare in difficoltà durante la loro crescita. Se hai una figlia femmina simile a lei, tendi a creare un rapporto più simile a quello tra sorelle che a quello madre-figlia, divenendo un tutt’uno con tua figlia.

Se hai una figlia femmina invece più forte e volitiva puoi quasi soccombere e sentirti guidata da questa, creando un rapporto con ruoli invertiti. Se hai, infine, un figlio maschio, ne sei facilmente spaventata (ti ricordo il difficile rapporto con il maschile nel mito, sia con il padre Zeus che con il consorte Ade) e puoi viziarlo, senza imporgli regole e limiti, usando anche armi quali il pianto, le coccole e le smancerie per tranquillizzarlo e controllarlo. 

Il lato Ombra di Persefone/Kore

Tra tutti gli archetipi, Kore/Persefone è quello più mutevole e meno definito. Possiedi perciò un enorme potenziale di crescita, tante sono le derivazioni che puoi prendere: non possedendo un tuo orientamento, puoi evolverti moltissimo. Tuttavia, sei a forte rischio di smarrimento nel caso in cui non trovi, internamente o esternamente, una guida a cui affidarti per tracciare la tua rotta esistenziale. I lati Ombra di questo archetipo risiedono perciò nell’eccessiva fantasticheria e volubilità.

Nella tua mente e nella tua vita nulla è in ordine: ogni cosa è soggetta ad ondate emotive, impressioni estemporanee, talvolta capricci ed infatuazioni passeggere. L’aggettivo “lunatica”  ti descrive bene. Se sei in disequilibrio cadi vittima della tua stessa fantasia, facendo confusione tra sogno e realtà, bene e male.

Puoi interessarti all’esoterismo, al mondo dell’occulto, usare droghe che ti danno uno squilibrio ancora più marcato che in donne dominate da archetipi più forti e stabili. Puoi uscire da tali circoli viziosi solo ottenendo regolarità e stabilità: scendendo nell’inconscio e conoscendo tutte le sfaccettature di te stessa, metti ordine dentro di te, acquisendo lucidità, fermezza, visione obiettiva e lungimirante, senso della misura, senso pratico.

Accogliendo e coltivando i doni di altri archetipi quali Artemide, Atena, Demetra ed Afrodite, trasformi il vittimismo e la sfiducia in te in adattamento e volontà. In tal modo, puoi diventare una donna completa mettendoti al servizio della sua comunità, divenendo psicoterapeuta o guida spirituale, data la tua capacità di farti interprete del linguaggio dell’inconscio che nel tuo percorso di crescita hai attraversato.

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L’archetipo Demetra

In questo quinto articolo voglio illustrarti l’archetipo Demetra, simbolo di fertilità e maternità. Racchiude in sè le caratteristiche della Madre Terra: è la Signora dei Raccolti che elargisce abbondanza e fertilità alla terra nonchè permette il ciclo delle stagioni.

Nel mito il suo ruolo è centrale in una vicenda che riguarda lei e la figlia Persefone: questa viene rapita da Ade, re degli Inferi, e portata nel regno sotterraneo. Demetra, disperata, si mette alla sua ricerca giorno e notte e, saputo del rapimento, invoca l’aiuto del fratello Zeus, il quale non le presta ascolto: offesa e furibonda, Demetra abdica al suo ruolo di Madre Terra e si allontana, seminando una gravissima carestia che mette in serio pericolo la vita di umani ed animali.

Di fronte a tale scempio Zeus invia Ermes nell’Oltretomba per riportare alla superficie Persefone: ha così fine la carestia e le due, madre e figlia si ricongiungono, ma solo parzialmente, giacchè Persefone deve ritornare per metà anno nell’Oltretomba al fianco del suo sposo, Ade (dando così inizio al ciclo delle stagioni). Come archetipo, Demetra rappresenta quella potentissima forza femminile di dare la vita e il nutrimento alle sue creature. Per tale ragione rientra tra le dee vulnerabili, le quali definiscono la propria identità in rapporto al maschile o a qualcosa di esterno a sè: Demetra in rapporto alla sua prole. 

Scopri se il tuo archetipo dominante è Demetra

I tuoi attributi tipici sono la praticità, il buon senso e il sacrificio. Ragioni in modo lineare e sei volta alle applicazioni pratiche: non ti perdi in astrazioni ed intellettualizzazioni. Non hai grande immaginazione. Persona realista, nelle arti sei attratta dalle giuste misure e proporzioni piuttosto che dal bello astratto o eccentrico. Donna di buon senso, agisci con rettitudine, hai il senso del giusto e del buono.

Hai l’attitudine al sacrificio perchè tendi a prenderti pesi che non ti spetterebbero: molto disponibile e generosa, tendi a fare doni di vario tipo come dimostrazione di affetto che talvolta può essere fin troppo avvolgente, totale. Puoi essere una madre eccellente, poichè ti spendi costantemente per la cura della casa e della prole, che difendi strenuamente in ogni occasione (anche dopo severi rimproveri, resti protettiva ed accudente). Paziente osservatrice e instancabile lavoratrice: parlano le tue azioni.

Tendi ad essere sedentaria, ami stare a casa, di cui sei la regina incontrastata, mandi avanti con parsimonia (rischiando l’avarizia) l’economia domestica: a dedicarti alla pulizia della casa come pure al giardinaggio. Tra i tuoi interessi ci sono le passeggiate all’aria aperta, da amante della natura quale sei, ma pure la cucina, altro ambito prediletto dove riscuoti molto successo. Date le tue doti di precisione, parsimonia ed organizzazione puoi farti una carriera soddisfacente come gestore di alberghi e ristoranti

Già da bambina mostri una spiccata tendenza all’accudimento: giochi a fare la mamma sia con i bambolotti (a cui cambi il pannolino, dàaiil cibo e metti a letto) sia con amici e compagni di scuola. Molto brava con i bambini, ti offri di fare da babysitter già adolescente. Nel mito Demetra fa parte di una stirpe di dee madri, dee con un diretto rapporto con la Terra. Diversi sono i possibili scenari in famiglia: se tuo padre è distante e razionale e non accudente con i figli, tua madre tende a difenderli. Tu, quindi, cresci identificandoti completamente con tua madre ed escludendo tuo padre.

Se lui è violento persino o molto svalutante verso tua madre e i figli, puoi crescere con la sensazione di essere vittima, andando a sceglierti poi un marito che ricalca gli attributi paterni; o, al contrario, se i  tuoi genitori sono poco presenti ed affidabili, un po’ immaturi, crescere rafforzando le tue naturali qualità di forza e buon senso, diventando precocemente tu la madre dei tuoi fratelli e sorelle e, talvolta, anche dei tuoi genitori.

Il miglior padre per te è un uomo affettuoso ed amorevole, grazie al quale cresci con fiducia nelle tue capacità, un’immagine positiva del maschile ed aspettative positive verso l’unione coniugale, scongiurando la possibilità di divenire una vittima. Durante l’adolescenza, grazie alla maturazione ormonale, il desiderio di avere un bambino tutto tuo può diventare realtà: puoi diventare madre molto giovane e, se sono presenti altre dee quali Era (con la spinta a cercare un fidanzato stabile) ed Afrodite (con la spinta alla sessualità), puoi anche sposarti in fretta, coronando il tuo desiderio di avere una famiglia tua.

Se non diventi madre da giovane, ti dedichi a professioni assistenziali o comunque di aiuto agli altri: una vocazione del genere è naturalmente presente nelle infermiere, psicologhe, maestre d’asilo e scuola elementare, pediatre, colf ed assistenti sociali. Non tieni allo status sociale, non sei ambiziosa nè competitiva: ti dedichi con generosità ad aiutare il prossimo in difficoltà facendo del volontariato, hai tra le tue amicizie persone di etnie e strati sociali diversi. Tanto è lo zelo che metti nell’aiuto e nell’assistenza verso gli altri che talvolta il peso di questo impegno ti affatica, anche se sei dotata di una grandissima quantità di energia fisica, richiedendo un supporto esterno, psicologico o materiale.

Il rapporto con le altre donne è sereno e collaborativo: se, però, non puoi procreare, tendi o a dedicarti ad attività surrogate dove incanalare il tuo fortissimo istinto materno o a provare invidia e rabbia verso le altre donne madri. Quest’ultimo rappresenta uno dei lati Ombra di questo potente archetipo. Com’è prevedibile, sei assolutamente contraria all’aborto. Rispetto alle ideologie femministe appoggi la salvaguardia delle donne dallo strapotere e dalla violenza maschili, ma ritieni inadeguato l’impegno della donna in settori diversi dalla cura della casa e della prole, tue priorità.

Per quanto riguarda il rapporto con gli uomini, tendi a non scegliere, poichè li ritieni “sempre dei ragazzini” non nutrendo alte aspettative: ti fai scegliere sulla base del bisogno che un uomo mostra verso di te, con questi rimani nella relazione per non procurare un dolore. Un tipo di coppia possibile è quella tra te e un uomo più giovane, magari un ragazzo mai cresciuto, che si crede speciale e si sente incompreso dal resto del mondo, che tu proteggi giustificandone i comportamenti, talvolta immaturi ed egoisti.

Altri uomini attratti da te sono quelli che ricercano la madre nella moglie: una donna organizzata, che li accudisca nutrendoli e tenendo casa e figli in ordine. Il peggior marito è un uomo narcisista incapace di ricambiare  il tuo affetto e le tue attenzioni: accade così che le tue energie vengano prosciugate e la tua autostima fortemente compromessa. Il miglior marito per te è “il padre di famiglia”, un uomo Poseidone o Zeus in equilibrio, desiderosi di costruire un nido familiare al quale dedicarsi con pari impegno e aiutando te, donna votata al sacrificio e incapace di dire di no, ad occuparti anche di se stessa. Per te la sessualità non è molto importante: è messa al servizio della procreazione.

Tendi ad essere perciò più tenera, o pudica, che eccitante. L’area forse più significativa dove eserciti la tua indole è il rapporto con i tuoi figli: sei sempre presente, talvolta fin troppo, giungendo a soffocarli, impedendo loro di commettere sbagli e trarne insegnamento, rallentando la loro indipendenza, mossa dalla paura di perdere il loro amore e di perdere il senso della tua identità.

Il lato Ombra di Demetra

Questi rappresentano i lati Ombra dell’archetipo Demetra: l’eccessivo ed insano attaccamento ai figli, i quali, crescendo, manifestano ribellione e volontà di emanciparsi dal legame stretto con te nell’infanzia, tu puoi allora apparire confusa perchè non comprendi il perchè di questo allontanamento, puoi anche provare rabbia, impotenza fino alla vera e propria depressione: sviluppi “la sindrome del nido vuoto” per cui parallelamente perde di significato la tua identità di genitrice e nutrice, la tua energia può affievolirsi ed arrestarsi la tua proverbiale operosità sia in casa che fuori, nella comunità. Talvolta puoi riversare un’eccessiva ansia sui tuoi figli, temendo che accada loro qualcosa di brutto: puoi perciò tenerli sempre “sotto la tua gonna”, sotto un ferreo e soffocante controllo.

Un altro lato Ombra di questo archetipo si vede quando una donna come te, fintamente generosa e prodiga (in realtà mossa dalla paura di perdere l’amore dei figli), li vizi senza criterio: da grandi questi possono essere egoisti ed irriconoscenti. possono abbandonarti, rivelandosi però incapaci di cavarsela da soli. 

Una donna come te può recuperare il suo equilibrio soltanto se rinunci all’identificazione totale con il tuo status di “madre perfetta”: affrancandoti da tale imperativo puoi imparare a prenderti cura di te e degli altri scongiurando quegli aspetti manipolativi e ricattatori visibili quando dai agli altri per ricevere qualcosa in cambio, anzichè per quel moto di generosità che è proprio della tua natura. Se poi impari ad accogliere e a coltivare i doni di altre dee quali Era, Afrodite ed Artemide puoi diventare più attiva, indipendente, sensuale ed estroversa, capace di fare delle scelte con consapevolezza.

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L’archetipo Era

In questo quarto articolo ti parlo di una delle 3 dee vulnerabili, l’archetipo Era, dea del matrimonio, simbolo di fedeltà ed unione sacra nel legame di coppia, sposa di Zeus, regina degli Dei e per questo detta Sposa del Cielo. Era è, al pari di Demetra e Persefone, una dea vulnerabile poichè si definisce in rapporto al maschile, una donna che la impersona è, come la dea, destinata perciò a tempeste emotive e sofferenze, ingredienti inscindibili dalle relazioni intime. Sorella di Zeus, dopo essere stata inghiottita dal padre Cronos, venne liberata da quello che poi divenne suo marito.

Curioso è lo stratagemma da lei impiegato per persuadere Zeus a sposarla: lui si mutò nelle sembianze di un tenero uccellino per avvicinarsi a lei e poi però possederla con la forza; Era però non si concesse fino a quando non ebbe la solenne promessa di essere presa in sposa da Zeus. Nei miti ricorrono tanti aneddoti sulle furie di Era: infuocata dalla gelosia e dalla possessività per i frequenti tradimenti del marito, era solita scagliarsi sulle altre donne, anzichè su Zeus, vendicandosi e perseguitandole.

Questo archetipo è una forza davvero possente in una donna: indica la volontà di completarti dentro ad un vincolo assoluto quale il matrimonio, completarti come parte di un sistema, la coppia. Simboleggia anche il tuo bisogno di riconoscimento da parte del maschile nelle vesti di consorte, il bisogno del potere e della sovranità derivanti da tale ruolo, di donna prescelta rispetto alle altre donne. Il tuo destino di donna che impersoni tale archetipo è quindi assai legato al matrimonio e al tipo di marito che sceglierai: la vita coniugale può essere per te fonte di grande gioia o grande sofferenza

Scopri se il tuo archetipo dominante è Era

Già da bambina prediligi alle cure verso un bambolotto il gioco “della moglie e del marito”. Secondo il mito i genitori di Era erano Cronos e Rea: lui violento ed anaffettivo, lei succube e incapace di proteggere i figli.

Qualora tu venga da questo tipo di unione sentirai come forte desiderio quello di emanciparti da questo modello familiare costruendo una coppia e una famiglia diametralmente opposta, qualora, invece, il matrimonio dei tuoi genitori sia realmente felice e stabile, ti appellerai a questo come ad una sorta di “mito” da riprodurre nella tua vita adulta: in ogni caso la coppia e il matrimonio rappresentano per te baluardi indistruttibili, valori indiscutibili.

Da adolescente la tua stabilità emotiva è riposta in un’unica cosa: avere un fidanzato fisso. Che tu sia di estrazione borghese, più elevata o modesta, tendi a scegliere il fidanzato sulla base di alcuni criteri di “rispettabilità”, questi può essere “il figlio di” una persona nota in società, in ogni caso lo status del tuo fidanzato è un elemento determinante che orienta le  tue preferenze. Una volta fidanzata, guarderai con occhi penosi le altre ragazze single e, sentendoti un po’ come una “regina dell’Olimpo”, cercherai di creare una coppia “in” dandoti da fare per organizzare feste e incontri pubblici, ai quali presentarti sfolgorante al fianco del fidanzato. Perfetta donna di mondo e padrona di casa, curi molto il tuo aspetto.

La tua vita si realizza al massimo fuori dalle mura domestiche, sapendo affiancare con modi garbati ed eleganza il tuo fidanzato o marito, sei portata per la vita mondana, ti piace presenziare a ricevimenti ed incontri pubblici dove ti distingue per la tua raffinatezza. Ti piace ricevere ospiti a casa e fare loro visita. Ti piace fare le cose in grande, anche se tieni l’amministrazione della casa e delle finanze, sei attratta dalla moda e dalle tendenze, ti piacciono oggetti di alta qualità e pregio. Sei una donna tipicamente estroversa, allegra, vanitosa ed audace, attiva e dominante.

Se vai all’università non tieni in grande considerazione il successo professionale: la laurea è solo un tassello di quella posizione che ti si richiede per raggiungere lo scopo di maggior valore, cioè essere la candidata perfetta per un matrimonio di successo al fianco di un uomo di spicco. L’università può essere uno dei tanti luoghi dove incontrare il potenziale marito, non il luogo elettivo per la propria crescita ed affermazione. Puoi sposarti appena raggiungi la maggiore età (evenienza rara oggigiorno), ad ogni modo cercherai di raggiungere questo traguardo il prima possibile: fare coppia fissa e approdare al matrimonio è per te la migliore carriera.

Com’è intuibile, il lavoro non è un ingrediente essenziale per te: puoi anche ricoprire un ruolo di rilievo, ma questo non ti garantirà mai quello status e quella realizzazione, per te possibili esclusivamente dentro ad un legame duraturo ed assoluto. Sei una donna che non sa instaurare genuini e trasparenti rapporti con le altre donne. I rapporti possono essere sporadici e conflittuali, poichè, se single, vedi le altre donne come potenziali rivali, se sposata, le vedi come occasioni di tradimento e distrazione per l’amato consorte.

Le uniche donne con le quali ti intrattieni sono donne sposate come te, magari con amici o colleghi del marito, con le quali fare shopping, fare uscite a quattro o organizzare feste; si tratta più di patti non belligeranti piuttosto che vere amicizie. Le donne con le quali assolutamente non può esserci un contatto sono le Afrodite: la loro carica di estroversione e sensualità le rende assolutamente le rivali più pericolose. Puoi disdire un impegno già preso con un’amica qualora il consorte ti faccia una proposta diversa: si può immaginare l’effetto di tali comportamenti ripetuti sulle amicizie al femminile, che si deteriorano fino a rovinarsi del tutto

Quanto agli uomini, sei naturalmente attratta da uomini che ricalcano le qualità di Zeus: ambizione, potere, successo, sicurezza in sè stesso e qualità intellettuali, presenti in scienziati, artisti innovativi o uomini d’affari. Tu diventi “la sua regina” e lui diviene per te “il tuo Dio”, per te nulla conta di più del vostro legame.

Coppie non ben assortite sono quelle Era-Efesto ed Era-Poseidone: nel primo caso non ti puoi rispecchiare nel talento e nella brillantezza intellettuale di lui, tendenzialmente chiuso e ritirato, anche se in possesso di una sua arte e creatività, però nascoste; nel secondo caso non puoi sentire stabilità nella coppia a causa delle frequenti oscillazioni umorali del marito, che non lo rendono di successo e potente come tu vorresti, tu perciò lo critichi e lo svaluti, portandolo all’esasperazione fino agli scoppi di ira.

Se vieni tradita, subisci una ferita emotiva profondissima che può rivelarsi letale: dalla delusione e dalla tristezza possono scaturire una depressione e una rabbia tali da culminare in atti distruttivi. Come narra il mito, Era non osava contrapporsi a Zeus, ma si scagliava con tutta la sua ira furiosa sulle altre donne, sue rivali, perseguitandole o uccidendole.

Una degenerazione particolarmente pericolosa, un lato Ombra, è la sindrome di Medea: la donna, non paga della vendetta sull’altra donna, accecata dall’ira e dalla gelosia si vendica del tradimento del marito uccidendo i propri figli, infine si suicida. Traducendo il mito nella realtà quotidiana, è possibile che tu ti serva dei tuoi figli in senso ricattatorio, per manipolare tuo marito che ti ha lasciata ed abbandonata, tradendo o “uccidendo” il tuo ruolo di madre, cioè quello di proteggere ed aver cura della prole.

Il matrimonio è, come si può intuire, il vertice della tua realizzazione: il tuo benessere dipende dalla misura in cui tuo marito ti fa sentire la sua regina, la persona più importante. Se tuo marito non ti assicura ciò, si apre per te una vita coniugale fatta di tempeste emotive senza sosta e di senso di fallimento.

Verso i figli non sei particolarmente affettuosa e generosa, a meno che non si attivi l’archetipo Demetra: i figli sono un altro dei tuoi doveri, un dono che fai a tuo marito. Di fronte magari alla severità o all’autorità di lui, non ne metti mai in discussione le parole, rischiando di far sentire i figli non adeguatamente ascoltati e protetti, poichè “vostro padre ha sempre ragione”.

La sessualità non è un’area di piacere e sperimentazione per te: rientra tra i tuoi doveri coniugali, se non è presente anche l’archetipo Afrodite, puoi anche non provare un piacere pieno ed appagante. Ti concedi a tuo marito come ti viene chiesto, inoltre, è il mezzo per procreare e dare al marito dei figli. 

Il lato Ombra di Era

I lati Ombra dell’archetipo Era sono l’atteggiamento autoritario, la gelosia, l’invidia e l’ira. Sono aspetti riconducibili a quella dipendenza affettiva, che è la base di questo archetipo. Tale dipendenza, talvolta davvero estrema, dal marito, si costruisce su un terreno di mancanza di sicurezza in te e di autostima, mancanza di completezza in te stessa, che ti rendono a pieno titolo una dea vulnerabile.

Solo quando sai aprirti ai doni di altre dee quali Afrodite, Estia, Demetra, Artemide ed Atena, puoi imparare ad accettare le altre virtù scendendo da quella posizione autoritaria dove siedi giudicando te stessa e gli altri, smettendo di identificarti completamente nel ruolo di moglie, imparando a sentire i tuoi bisogni individuali e scoprendo l’autonomia

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L’archetipo Atena

In questo terzo articolo voglio illustrarti l’archetipo Atena, dea della ragione, della saggezza, della strategia militare e dei mestieri. Il mito racconta che Atena nasce dalla testa dolente per l’emicrania di Zeus (anche se le si riconosce una madre, Metide), già adulta e dotata di elmo e corazza (in seguito avrebbe acquisito uno scudo donatole da Perseo, dove era raffigurata la testa di Medusa). Atena è la terza dea vergine: mai è stata toccata o violata da un dio o un mortale.

Nel mito compare a fianco di eroi, tra i quali Achille, Ulisse ed altri, ai quali porta consiglio e la sua guida sui campi di battaglia, ed è mentore di Erittonio, re di Atene. Se impersoni questo archetipo sei quel tipo di donna governato più dalla testa che dal cuore: primeggiano la lucida razionalità, il calcolo e la pianificazione strategica delle azioni. Quando sei in equilibrio possiedi una grande quantità di energia che ti fa portare a termine tutti i tuoi obiettivi; tale è la tua energia che, se non ostacolata da limiti e problemi fisici e psicologici, puoi sembrare “inarrestabile”.

Molto sicura di te, altera e anche vendicativa, ma capace di intenerirti di fronte a qualcuno in difficoltà. Audace, determinata, puoi essere tanto impegnata a “combattere” quanto dedita a pacifici hobby tradizionalmente femminili come il ricamo.

Sei un tipo essenzialmente cerebrale e dal polso fermo, ingegnosa e talvolta dura, non sempre simpatica, sei femminile ma con un aspetto un po’ austero, magari androgino. Sai esattamente quel che vuoi, hai una tua logica ferrea che persegui in modo instancabile ed una tattica per ottenerlo. Raggiungi la tua massima espressione a fianco di un uomo che stimi per le sue qualità intellettuali o sue doti pragmatiche e che aiuti a raggiungere traguardi di potere e successo. 

Scopri se il tuo archetipo dominante è Atena

Da bambina, possiedi un’invidiabile concentrazione: molto intelligente e curiosa, è probabile che impari presto a leggere e a scrivere. Appassionata di lettura, spesso ti rivolgi a tuo padre facendo domande su come sono fatti e come funzionano gli oggetti: desiderosa di capire e conoscere.

Meno spesso ti rivolgi a tua madre, bimba molto indipendente che non richiedi “le coccole”, apprezzi la compagnia della madre solo se la senti simile a te, una donna Atena per l’appunto. Il padre migliore per te è simile al padre della dea, Zeus: uomo di potere, amante del controllo e volto al successo, che apprezza le tue doti e ti stimola continuamente.

Crescerai così con una elevata autostima e fiducia in te e ti troverai a tuo agio con le ambizioni da adulta. Può però accadere che un padre di successo abbia troppo poco tempo da dedicarti e venga meno quindi quel tipo di supporto di necessiti. Un padre del genere può anche indurti a seguire un sentiero di sviluppo tradizionalmente femminile, portandoti a dubitare della bontà delle tue qualità.

Se tuo padre non è un uomo di successo, ma ha difficoltà emotive anche severe (come alcolismo e aggressività), il tuo sviluppo può essere ostacolato poichè non puoi riconoscerti in lui, puoi sentirti inautentica e avere difficoltà a raggiungere i tuoi obiettivi.

Tua madre, se non ella stessa una donna Atena, può sentirsi poco apprezzata e non granchè utile per te: il tipo di madre migliore per te è una donna solida, pratica, affettuosa ma non possessiva e che non ti impone stereotipi femminili. Durante la crescita puoi manifestare interesse per hobby ed attività che persino repellono le altre ragazze, quali la meccanica, le scienze, l’elettronica e l’economia: puoi non capire i modi naive e civettuoli di molte ragazze.

Sai muoverti in società nel modo che ti è più confacente, quello strategico: sai come atteggiarsi e con chi stringere rapporti, puoi essere socievole ma non sei calda, pianifichi ogni cosa, soprattutto la tua carriera.

Se scegli l’università frequenti facoltà scientifiche e puoi darti all’insegnamento: sei un’ottima insegnante data la tua eccellente preparazione, ma anche molto esigente, passi poi più tempo a spronare gli studenti più brillanti anzichè dedicarti a quelli in difficoltà. Assolutamente non romantica, non attendi di essere “salvata” dal principe azzurro: se giungi al matrimonio ti leghi ad un uomo che stimi per le sue doti e che ti impegni a rendere grande e di successo. Il tuo matrimonio è più un patto tra soci che un’unione appassionata: vi è metodo e pianificazione negli impegni in società, nell’amministrazione della casa, delle finanze e persino nella sessualità.

Questa non è un’area di particolare interesse per te: così poco in contatto con il corpo e con le pulsioni sessuali, puoi programmare anche i rapporti sessuali, visti come una parte del patto matrimoniale anzichè come un momento di incontro intimo con tuo marito. Contrariamente a molte donne (soprattutto alle donne Era), sei inaccessibile alla gelosia: tanta è la tua autostima, ti ritiene indispensabile per tuo marito, questo può renderti cieca di fronte all’eventualità che lui si faccia un’amante con la quale avere incontri passionali, impossibili con te.

Oltre ad un uomo Zeus, puoi essere interessata ad un tipo di uomo assai diverso, un uomo Efesto: per quanto non sia socialmente brillante, ne sei attratta perchè vedi nella sua arte un potenziale e puoi impegnarti al suo fianco per portarlo al successo. Un problema nella coppia può crearsi qualora l’uomo Efesto desideri una maggiore responsività empatica, cosa di cui sei completamente digiuna.

Se hai figli, non ami particolarmente l’infanzia, (a differenza di una donna Demetra), non vedi l’ora che questi crescano e raggiungano il pieno delle loro facoltà mentali, così da accompagnarli nel loro percorso di studi o di affermazione lavorativa. Con le altre donne non intrecci rapporti significativi: a differenza di Artemide, solidale ed amica delle altre donne, tu puoi svalutare e criticare donne molto diverse da te, ciò accade a causa della tua intrinseca difficoltà a connettersi con la sua parte interiore più emotiva e femminile.

Il lato Ombra di Atena

Quando perdi l’equilibrio, diventi emotivamente insensibile, troppo collerica ed orgogliosa. Questi sono gli effetti risultanti da una mente troppo razionale e controllante, che disconosce e mortifica la parte emotiva e sensoriale-viscerale (non sei quasi mai in contatto con il tuo corpo, che utilizzi in modo meccanico come mezzo): vengono meno le qualità del cuore, quali la tenerezza protettiva, la gentilezza amorevole, ma anche la spontaneità e la capacità di giocare e goderti la vita con l’animo leggero di un bambino.

Solo se capace di uscire dal pervasivo controllo e dalla durezza, grazie all’incontro con i doni di altre dee, come Afrodite, Era, Estia e Demetra, puoi recuperare quelle qualità e giungere ad un’integrazione della tua personalità, libera dal dominio della mente e dei suoi vincoli, a contatto più aperto e genuino con te e con gli altri. 

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L’archetipo Artemide

In questo secondo articolo voglio illustrarti un’altra dea vergine, Artemide. Ricordo che le dee vergini impersonano le qualità femminili dell’autonomia e della completezza in se stesse, la capacità di realizzarsi al di là delle pressioni o stereotipi socio-culturali o mediatici e anche al di fuori di un rapporto con il maschile.

Artemide, dea della caccia e della luna, infallibile arciere che possedeva la capacità di concentrarsi al massimo sui propri obiettivi senza lasciarsi condizionare o distrarre da alcunchè. Era anche la protettrice delle partorienti: veniva invocata al momento del parto affinchè sostenesse la donna e ne alleviasse il dolore. Incredibilmente determinata, aveva la sicurezza di poter raggiungere le sue mete grazie alla sua maestria, audacia e perseveranza (le sue frecce non mancavano mai il bersaglio).

Scopri se il tuo archetipo dominante è Artemide

Questo archetipo è riconoscibile già in tenera età poichè, da bambina, ami esplorare nuovi ambienti, avventurarti con giochi ed attività fisiche e pure irruenti, anche e soprattutto fuori casa, appari indifferente se non intollerante ai tradizionali abiti, vezzi o giochi femminili (come la cura delle bambole, la cucina, il ricamo).

Sei una bambina tutt’altro che passiva, non hai paura di fare nuove esperienze e se hai un padre che valorizza le tue peculiarità (come faceva il padre di Artemide, il dio Zeus), lodandoti per i tuoi risultati e incoraggiandoti nelle sue inclinazioni, puoi crescere con una notevole autostima e fiducia nelle tue capacità.

Se, al contrario, accade che i genitori non ti sostengono, criticando la tua competitività, il tuo essere un po’ un maschiaccio, non riconoscendoti il tuo peculiare stile “atipico” come bambina, svilupperai sensi di colpa e di inadeguatezza che dall’adolescenza in avanti potrebbero portarti a conseguenze visibili sul piano delle relazioni affettive.

Magari tua madre è una donna remissiva e passiva, allora tu, nel tentativo di distaccarti psicologicamente da un tale modello femminile, in età adulta andrai incontro ad una crisi rispetto al ruolo e all’identità di genere: potrai sforzarti di apparire sempre e in ogni circostanza “forte”, risoluta e mai vulnerabile emotivamente, così da non riattualizzare più il modello materno dal quale non ti sei sentita compresa ed accettata. Se hai un simile trascorso nell’infanzia potrai persino giungere al rifiutare ogni aspetto della femminilità, diventando una caricatura del maschile, una persona androgina. 

Come archetipo, Artemide si ritrova nei valori promulgati dai movimenti femministi che rivendicano la libertà di scelta e di autodeterminazione della donna: occupa un posto di rilievo quindi l’amicizia e la solidarietà tra le donne, infatti, come la dea amava circondarsi di ninfe nei boschi, anche tu sai sviluppare relazioni profonde di amicizia verso le altre donne.

Per quanto riguarda la vita affettiva e di coppia, al pari delle altre dee vergini, ti senti completa e realizzata anche al di fuori del rapporto con un partner, infatti la dea non è mai stata moglie di nessuno. Persino l’idea di “sistemarti” può suscitare un certo disagio, ansia o perplessità in una donna come te, amante dell’esplorazione e della libertà: se arrivi al matrimonio è molto probabile che il tipo di unione sia su basi egualitarie, motivo per cui puoi decidere di conservare il tuo cognome e il tuo lavoro, può darsi che preferisca al matrimonio la convivenza o persino che voglia restare nubile e svincolata da qualunque legame di coppia.

Nella sessualità puoi o restare astinente (evenienza rara nella società contemporanea) o vivere ogni occasione come un’opportunità per conoscere ed esplorare, piuttosto che come un momento di intimità emotiva ed incontro profondo con il partner. E’ più probabile che ti conceda sessualmente ad un partner che “sa prenderti di testa”, tendi invece ad allontanare chi cerca di mettersi al centro del tuo mondo, o, peggio, di controllarti o condizionarti. In linea con la mitologia che vede Artemide sorella gemella del dio Apollo, anche tu hai la tendenza ad intrattenere rapporti con gli uomini non tanto come amanti (come farebbe una donna Afrodite o una donna Era) quanto come amici o compagni fraterni.

Per te un uomo resta desiderabile ed attraente solo finchè c’è l’inseguimento, fintanto che resta questo elemento che ti ricorda la caccia (attività preferita dalla dea stessa), se poi quest’uomo mostra tenerezza, aspetti di vulnerabilità emotiva o tende a dipendere da te, finisce l’incanto e tu perdi interesse e riprendi la sua esplorazione alla volta di un’altra avventura.

I rapporti dove tendi a restare sono quelli in cui il partner è, come te, indipendente, non bisognoso, non sempre disponibile e un po’ distante emotivamente. Accade di frequente che intrecci rapporti con persone che hanno interessi simili ai tuoi e con le quali possa esserci parità ed eguaglianza; meno spesso può accadere che stabilisca rapporti difficili con persone meno allineate con te, evenienza che può ricalcare conflitti infantili/giovanili, magari con un padre che non appoggiava le tue inclinazioni producendo in te insicurezza.

Il lato Ombra di Artemide

Sempre all’interno delle relazioni con gli uomini, è probabile che ti senta attratta da un uomo dalla personalità forte ed autoritaria (che possa per certi versi somigliare al padre della dea, Zeus) con il quale però finisci per entrare in una spirale distruttiva di competitività, dimensione che produce un conflitto permanente, spesso motivo della fine del rapporto di coppia. 

Com’è intuibile, non vivi un forte istinto materno (come una donna Era o una donna Demetra), pertanto i figli non costituiscono un desiderio preminente nella tua vita: qualora ne abbia, puoi però rivelarti una buona madre capace di insegnare soprattutto ai figli ad essere autonomi, ad apprezzare la libertà e a sapersela cavare in ogni circostanza.

Tra i tuoi doni  c’è quello di farti concentrare ogni volta su nuovi obiettivi, di sottoporti a nuove sfide, opportunità: per tali motivi puoi essere molto tenace, coraggiosa, competitiva e non incline a darti per vinta. Desiderosa di coinvolgerti in attività nuove hai un forte bisogno di libertà, se vieni ostacolata puoi andare incontro ad una tale frustrazione da sviluppare sintomi di ansia e depressivi.

Per moderare la carica competitiva che può sfociare nell’aggressività, coltivare la tua interiorità, prendere familiarità con le emozioni più “morbide” e saper instaurare rapporti intimi, è utile che tu sviluppi aspetti di altri archetipi, come Estia, Demetra, Afrodite ed Era.

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L’archetipo Estia

Nel primo articolo dedicato agli archetipi del femminile ti parlo di Estia, una delle 3 dee vergini dall’ autrice del testo “Le dee dentro la donna”, la psicoanalista junghiana J. S. Bolen. Estia rappresenta il focolare e, nell’antica Grecia, doveva essere presente in ogni casa al fine di renderla un luogo sacro. In quanto dea del focolare, raramente veniva raffigurata nelle arti da pittori e scultori, piuttosto, se ne avvertiva la presenza quasi immateriale, dire squisitamente spirituale, come una fiamma viva e costante presente nelle abitazioni e nei templi.

Estia era infatti l’unica tra gli dei del Pantheon greco a non possedere sembianze umane, una “persona”, che la rendesse pienamente visibile e identificabile. Se questo aspetto Ombra dell’archetipo si manifesta, tu, come donna Estia, puoi essere praticamente invisibile, rarefatta. Se una donna autosufficiente, completa in te stessa e pacifica. Nella mitologia la dea Estia non è mai stata protagonista di guerre, intrighi di palazzo o vicende amorose, il suo caratteristico ritiro in solitudine la metteva al riparo da queste situazioni: piuttosto, la sua presenza era necessaria in molti rituali e pratiche religiose.

Scopri se il tuo archetipo dominante è Estia

Secondo i racconti della mitologia, la dea Estia non fu una bambina felice: figlia di Crono e Rea, fu la prima ad essere inghiottita dal padre tiranno e l’ultima ad essere liberata, motivo per cui dovette trascorrere molto tempo da sola nelle viscere paterne.

Non protetta dalla madre, Rea, debole e remissiva, incapace di contrapporsi alle angherie del padre Crono, insensibile e violento, la piccola Estia visse questo profondo trauma. Come lei, anche tu puoi sentire l’esigenza anche molto intensa di ritirarti nel tuo mondo interiore per estraniarti da quegli elementi dell’ambiente domestico o sociale che non ti fanno sentire accolta e rispettata.

Questa spiccata preferenza per la solitudine e per attività solitarie (come il disegno, il ricamo, la scrittura, la lettura) ti possono allontanare notevolmente dalla società e dai suoi ritmi, facendoti perdere interesse e connessione per il mondo esterno, contribuendo a produrre isolamento o persino emarginazione.

Questo aspetto Ombra dell’archetipo può manifestarsi a meno che tu non senta e sviluppi gli influssi di altre dee, più socievoli ed estroverse, come Artemide (per l’uso della forza, del movimento e della competizione), Atena (per il suo intrattenersi socialmente e ambire ad obiettivi) o Afrodite (per la sua sensualità ed estroversione).

Caratteristiche e lato Ombra di Estia

Da bambina sei silenziosa, moderata ed autonoma, desiderosa di concentrarti sulle sue attività preferite; da adulta, puoi essere un’ottima moglie nel senso che, non coltivando particolari ambizioni verso il successo o obiettivi esteriori, non hai atteggiamenti critici, svalutanti o competitivi verso tuo marito, il quale si giova della tua dedizione alla casa, a cui infondi il tuo spirito placido e rasserenante, e ai figli, verso i quali non hai atteggiamenti sostanzialmente diversi da quelli verso tuo marito, per cui non tenti di “inculcare” loro i tuoi desideri, concedi loro il tempo di crescere e sviluppare una personalità autonoma, sei premurosa e tenera.

Puoi apparire come una moglie tradizionale, dipendente e remissiva, ma non è così, poichè, in quanto dea vergine, conservi una tua autonomia e completezza e per sentirti realizzata non è strettamente necessario un uomo: la tua vita senza di lui conserverebbe il suo scopo. Risulti attraente per quegli uomini che ricercano una compagna autonoma, silenziosa, moderata, che dà anima e calore alla casa e alla famiglia, che rappresentano per lte il suo regno.

Un uomo Ermes, ad esempio, viaggiatore e comunicatore, che si sente rassicurato dalla tua presenza niente affatto gelosa o possessiva, gli lasci ampia libertà di andare e ritornare al nido. Per te la sessualità non è un’area di impulsi forti, il tuo comportamento non è particolarmente influenzato dagli impulsi sessuali, anche se in alcune unioni con un maschile impetuoso e al contempo attento ai tuoi bisogni puoi vivere un’esperienza sessuale profonda ed appagante.

Se nei racconti mitologici le dee Artemide ed Atena si avventuravano nei boschi e nei campi di battaglia, la dea Estia restava nel templio o nel focolare sacro nelle case: è l’unica dea vergine orientata al mondo interiore, anzichè a quello là fuori: è pertanto particolarmente presente in te se pratichi sentieri spirituali, la meditazione o vivi in seno alle istituzioni religiose.

Era la più anziana tra le dee del Pantheon greco, per questo motivo puoi essere una anziana saggia o una “zia nubile”, donna non coniugata ma particolarmente apprezzata in famiglia o nella sua comunità per le tue doti: la sua elevatissima introspezione ti consente di intuire facilmente aspetti della personalità altrui e di comprendere il significato di azioni o l’essenza di situazioni. Sei molto in contatto con i tuoi sensi e soprattutto con i tuoi valori.

Avverti il bisogno di dedicarti alla cura del proprio ambiente, che sia quello domestico o lavorativo, facendo ordine e pulizia in questi ambienti esterni diviene possibile fare ordine tra i vari “cassettini” della tua interiorità: il Sè si può riorganizzare ed integrare, trovando una nuova sintesi.

Sei in grado di raggiungere così livelli elevati di armonia e benessere interiori che puoi emanare con i tuoi modi emotivamente composti anche agli altri, divenendo un’ottima consigliera e persona di fiducia, sensibile, profonda, calma e centrata in te stessa. Portando così tanta attenzione al tuo mondo interiore, riesci a raggiungere una distanza tra te e gli eventi della vita, riuscendo a non fartene troppo influenzare o turbare, mostrando quindi quel distacco di chi, applicandosi pazientemente, è riuscito ad attraversare e a superare molti ostacoli e dolori, ed è temprata nella sua personalità.

Ogni donna può coltivare l’archetipo Estia: per far ciò devi rallentare la possibile frenesia della vita quotidiana, ritagliandoti necessariamente uno spazio tutto tuo, dove, senza fretta e svolgendo una cosa alla volta, puoi diventare sempre più intima con te stessa, cogliendo la tua peculiare essenza.

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Gli archetipi del femminile

Nel corso della propria vita ti trovi ad affrontare moltissime esperienze che ti portano, dall’infanzia all’età adulta fino alla vecchiaia, a diventare una donna con determinate caratteristiche. E’ un viaggio alla continua scoperta e riscoperta di te stessa che ti fa attraversare tempeste emotive e ricoprire ruoli diversi, da questi eventi potrai uscirne arricchita e trasformata se saprai farne tesoro e diverrai sempre più fedelmente te stessa.

Ogni volta che ti trovi a ricoprire un ruolo, vai ad abbracciare quello che C. G. Jung definisce un archetipo. Questo termine significa “primo esemplare”, si tratta di un’idea o una forma che rappresenta la mente primordiale del genere umano. Jung ritiene che gli archetipi risiedono nell’inconscio collettivo, una dimensione psichica e spirituale da cui promana una varietà di manifestazioni. Gli archetipi a livello individuale si esprimono nella mente conscia e nell’inconscio e danno origine a una moltitudine di pensieri, emozioni ed azioni. Gli archetipi non sono direttamente percepibili poichè non hanno una forma materiale, puoi però percepirli tramite gli impulsi interiori da essi espressi.

L’uomo, per attivare determinati archetipi, ha costruito luoghi o creato situazioni utili ad amplificarne la manifestazione: ne sono esempi i teatri, gli anfiteatri, gli stadi, le biblioteche, le chiese, i templi.

Le sensazioni che tipicamente si provano entrando in questi luoghi possono essere considerate manifestazioni degli archetipi che li caratterizzano. Esiste, in ogni archetipo, un “lato oscuro”, un aspetto distruttivo per te e per gli altri, denominato Ombra dell’archetipo. Quando emerge questo lato non solo può distruggere i  tuoi traguardi e i tuoi lati positivi, ma può anche portarti ad identificarti con essa, diventando parte del tuo modo di vivere naturale. Ti trovi poi nella difficoltà di non saper riconoscere i lati distruttivi di un dato archetipo, proprio perchè ti ci sei più o meno completamente fusa: da questa mancanza di consapevolezza l’incapacità a fare dei cambiamenti.

In questa serie di articoli voglio illustrarti il contributo di Jean Shinoda Bolen, psicoanalista junghiana, la quale ha tratto dalle dee del Pantheon greco diversi archetipi del femminile, giungendo a sistematizzare questi concetti in un bel libro, “Le dee dentro la donna” (1984, casa editrice Astrolabio-Ubaldini, Roma, 1991), dove parla di come questi diversi archetipi femminili ti guidino dall’interno e siano responsabili delle differenze caratteriali. L’autrice sostiene che, per quanto tu possegga un archetipo dominante nella tua personalità, in base agli eventi di vita, i compiti evolutivi e le influenze socio-culturali o familiari, hai anche la possibilità di attivare una o più delle altre dee.

Quanto più sei complessa come donna tanto più è probabile che in te vivano più dee: queste ti arricchiscono di sfaccettature e colori variegati, portandoti naturalmente a vivere anche situazioni più complesse e maggiori conflitti interiori ed esteriori.

Le dee vergini e le dee vulnerabili

L’autrice divide le 7 dee principali del Pantheon greco in due gruppi: le dee vergini, cioè Estia, Atena ed Artemide, e le dee vulnerabili, cioè Era, Demetra e Persefone. Vi è poi Afrodite, che non rientra nelle categorie precedenti e viene denominata dea alchemica.

Le dee vergini portano questa denominazione poichè rappresentano le qualità femminili dell’autosufficienza, sono decisamente centrate sui loro obiettivi, poco inclini ad innamorarsi, rappresentano il tuo bisogno di giungere all’indipendenza e a sentirti completa in te stessa. Le dee vulnerabili sono così definite poichè rappresentano i tre ruoli tradizionali del femminile nella storia: moglie, madre e figlia.

Hanno tutte e tre subito violenza dagli uomini e hanno sofferto molto per amore: definiscono la propria identità in base al rapporto con il maschile. Rappresentano la facoltà femminile di instaurare relazioni con l’altro sesso. Vi è poi Afrodite, dea alchemica, che coniuga alcune caratteristiche sia delle dee vergini, fa cioè quel che le piace, che delle dee vulnerabili, poichè si lega a divinità maschili e genera figli, ma, a differenza di queste, non ne resta vittima e non soffre. 

In questa serie di articoli ti illustro le 7 dee esaminate dalla Bolen con l’intento di aiutarti a comprendere meglio la natura di alcuni  tuoi comportamenti, emozioni e pensieri per decidere quale dea tenere a freno e quale altra dea invece invocare e coltivare, per diventare l’eroina della tua esistenza. Inizio con Estia.

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La sensualità

In questa seconda parte dell’articolo dedicato al grande tema della sensualità, ti illustro alcuni spunti utili a sviluppare un rapporto equilibrato con il tuo corpo e vivere serenamente la tua innata sensualità.

Ci sono persone che associano al termine sexy esclusivamente elementi esteriori e sessualmente evidenti, questo vale soprattutto per i maschi; mentre altre persone trovano coinvolgenti altri fattori come il tono della voce, la gestualità, l’intelligenza, la cura nel look o l’insieme armonico di tanti elementi differenti che, combinati, possono suscitare una forte attrattiva.

Fortunatamente, essendo questa una qualità che sfugge a facili definizioni e stereotipi, probabilmente il “segreto” per conquistare e coltivare la tua sensualità è di non perdere mai di vista l’ingrediente essenziale della ricetta: chi sei veramente, il Sè. Su questo punto la psicoterapia umanistica e bioenergetica ha fondato il suo statuto e la sua peculiarità come approccio globale e profondo alla salute, alla cura e alla crescita. Soltanto dal recupero e dallo sviluppo del Sè deriva una reale sicurezza e l’autenticità.

Tuttavia, non dimenticare che ci sono parametri visivi, di attrazione istintiva, in cui l’elemento fondante resta il riconoscimento e l’attribuzione della capacità riproduttiva. Queste sono rese possibili da un buono, quando non eccellente, stato di salute.

Diviene perciò importante curare innanzitutto la propria salute e di conseguenza la forma fisica attraverso l’esercizio fisico e lo sport. Questa, a mio parere, è la motivazione principale per cui le persone in buona forma fisica sono oggettivamente più attraenti di persone fuori forma (non parlo solo di sovrappeso o di obesità ma anche di forme di magrezza eccessiva).

Naturalmente, in alcuni casi la componente patologica è rappresentata proprio da questo eccessivo investimento nella propria immagine, come nei casi di persone con disturbo Narcisistico di personalità, disturbo di Dismorfismo Corporeo o disturbo Istrionico di personalità.

Talora la sicurezza di sè e l’accettazione delle personali caratteristiche risulta vincente e molto più gratificante di un aspetto tonico e in salute, in questi casi la forma fisica diventa una bellissima conchiglia vuota, nei casi in cui non è sostenuta da una personalità centrata e in equilibrio.

Stereotipi e attitudini positive sulla sensualità

Tra gli atteggiamenti positivi che puoi adottare sicuramente il concentrarti su ciò che ti dà veramente piacere a tutti i livelli: emotivo, relazionale, intellettuale e corporeo. Fai emergere l’esperienza interiore in tutti i suoi aspetti, in modo simile a quando un fiore sboccia aprendo la sua corolla colorata e spargendo il suo profumo nell’ambiente. Occorre riconoscere alcuni atteggiamenti controproducenti, quali strumentalizzare la seduzione per ricevere consensi ed attenzioni, come conferme al proprio valore. Ciò, oltre a procurare scarsi risultati e frustrazione, può farti diventare vittima di un meccanismo perverso da cui è difficile uscire.

Un secondo atteggiamento controproducente è forzarti ad aderire agli stereotipi culturali già elencati: il rischio è sovrainvestire nell’immagine e nell’attrattiva sessuale come uniche fonti di felicità. Parole d’ordine: autenticità, coerenza e accettazione di te, che peraltro sono i cardini nella mia formazione professionale come psicoterapeuta ad approccio umanistico e bioenergetico.

Riuscendo ad agire con spontaneità, nel pieno rispetto della tua natura, riesci a non impelagarti nel tentativo di risultare sexy a tutti i costi, magari scimmiottando modelli proposti da altri, dai media o da persone di successo a te vicine, ma emani la tua peculiare sensualità valorizzando le tue migliori qualità ed i tuoi punti forti, stai bene con te stesso e con gli altri, prerequisito per far dono di te e della tua sensualità e bellezza tanto interiore quanto esteriore agli altri

Vai all’articolo: http://federicapianapsicologa.it/la-sensualita-oltre-il-concetto-di-sexy-parte-prima/

Se vuoi darti l’opportunità di migliorare il rapporto con il tuo corpo e la tua immagine corporea vai alla pagina “Il mio approccio” in cui illustro il mio metodo integrato alla psicoterapia:http://federicapianapsicologa.it/il-mio-approccio/Se invece vuoi darti l’opportunità di migliorare il tuo benessere psicofisico restituendo al tuo corpo uno stato di vibrante vitalità, energia e grazia vai all’articolo “Percorsi brevi” in cui mostro com’è possibile migliorare il nostro benessere psicofisico con il Training Autogeno e gli esercizi bioenergetici: http://federicapianapsicologa.it/percorsi-brevi/ 

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