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Guarisci le tue ferite affettive: un percorso in 8 step

Mani che tengono un cuore di carta su sfondo con un prato

Che cosa sono le ferite affettive

Affrontare un argomento complesso come quello delle ferite affettive non è mai semplice: occorre accostarcisi con delicatezza. Ci tengo a dire che tu non sei le tue ferite, tu sei un essere ferito, colpito dagli eventi della vita che hanno prodotto abbandono, rifiuto, colpa, umiliazione, dominio, tradimento e giudizio. Ma, guardando più in profondità, le tue ferite rappresentano delle strade da seguire per entrare in contatto con le parti nascoste e, magari, migliori di te stesso. Con parti resilienti come l’acqua: fluida e mobile, che si adatta a tutto e che per tale ragione vince su tutto. Questo significa che non sei una vittima delle circostanze e delle persone che ti hanno fatto soffrire, piuttosto sei pienamente responsabile della tua condizione e in grado di imparare da ogni avversità, riguadagnando libertà.

Inizia il tuo viaggio

Nella mia pratica clinica quotidiana accompagno le persone a riconoscere e a guarire le loro ferite, confesso che è sempre un processo meraviglioso, per quanto tortuoso e talvolta lungo: non ci sono rettilinei, nè ascensori che rapidamente portano al benessere, piuttosto, la strada verso la guarigione è costellata di tornanti, crinali, pendii scoscesi. E’ necessario armarsi di pazienza, darsi il tempo ed essere consapevoli che ogni passo, pur piccolo, pur goffo, ci porta un po’ più in là, verso la meta, verso uno stato interiore di serenità persino maggiore rispetto a prima. Le ferite affettive sono il prodotto di eventi macroscopici singoli o della sommatoria di eventi più piccoli ma ripetuti nel tempo che lasciano segni profondi nella tua psiche, segni che, anche a distanza di molti anni, possono ancora influenzare il tuo modo di pensare e di vivere te stesso, le tue relazioni e il mondo in generale. Le ferite affettive, diversamente dagli eventi spiacevoli, superano la tua soglia soggettiva di tolleranza al dolore e producono conseguenze visibili: in molti casi puoi continuare la tua vita, funzionare abbastanza bene, ma ciò non toglie che dentro di te ci sono solchi profondi, che, se lasciati incustoditi, non possono essere risanati dal tempo. Il tempo da solo non è sufficiente a guarire le tue ferite: magari ne lenisce l’intensità, le rende un po’ più sfocate, ma non può essere del tutto risolutivo. Occorre che tu prenda la decisione di fare un percorso, autonomo o, ancora meglio, insieme ad un professionista, che segua tappe precise e ti aiuti al contempo ad attingere e a potenziare le tue risorse mentre intervieni sulle tue ferite e passi attraverso ad emozioni molto forti.

Il percorso di guarigione in 8 step

In questo articolo cercherò di condensare in 8 step un percorso di guarigione dalle ferite del cuore, per darti una panoramica del mio metodo per affrontare e risolvere queste situazioni. Ti suggerisco inoltre, di scaricare il mio e-book gratuito “Le 5 ferite emotive primarie: ritrova il tuo benessere imparando a capirle e a guarirle”, dove puoi trovare spiegati nel dettaglio le origini delle varie tipologie di ferite e molti suggerimenti pratici per iniziare a prendertene cura e a recuperare la tua serenità.

  1. Inizia col fare una descrizione dell’evento traumatico: includi le persone coinvolte, i gesti, le azioni che ti hanno ferito, le tue reazioni e gli stati emotivi che ancora oggi sperimenti rispetto a quell’evento;
  2. Lo stato in cui ti trovavi quando si è verificato il trauma era uno stato di sopravvivenza psichica, nel senso che il dolore provato è stato così intenso da sopraffarti. Non sei stato perciò in grado di affrontarlo efficacemente. Tra le reazioni che puoi aver messo in atto ci sono: l’autocritica e il senso di colpa, l’accusa verso chi ti ha ferito, il desiderio di vendicarti, augurarle di patire lo stesso dolore o accusare il destino avverso o Dio per l’accaduto. E’ importante che tu sia onesto nel riconoscere questi meccanismi di difesa e li accetti serenamente;
  3. Diventa consapevole del ruolo di vittima: in questa fase occorre che riconosci il tuo ruolo di vittima, è normale esserlo in qualche momento della vita. Perciò non mentire a te stesso e accogli questa parte con gentilezza, dopo potrai rimboccarti le maniche e prenderti la responsabilità di uscire da tale ruolo. Quando entri nel ruolo della vittima ti autocommiseri, ti lamenti, esprimi forti giudizi, cerchi alleanze contro chi ti ha ferito, manchi di fiducia ed autostima, non sai essere assertivo, nè sai riconoscere i comportamenti disfunzionali che metti in atto, hai la pretesa di essere aiutato e difeso, o, in ultimo, assumi il comportamento opposto a quello della vittima, diventi cioè tu l’aggressore;
  4. Prendi le distanze da chi ti fa soffrire: non si tratta di metterti in fuga dalla sofferenza (questo è il caso dei meccanismi di difesa, che lavorano in modo inconscio per evitare le emozioni spiacevoli e creano una distorsione del mondo esterno e interno), quanto di allontanarti da quelle persone e situazioni che possono alimentare la tua ferita (è questo il caso dei meccanismi di protezione, in cui in modo consapevole scegli di salvaguardarti e agisci nel rispetto di te stesso);
  5. Accetta profondamente: per procedere realmente nel tuo cammino di guarigione, occorre che tu accetti, anzichè resistere o rassegnarti. Quando resisti ti opponi allo stato delle cose, rifiuti il dolore o dichiari guerra a te stesso e agli altri, cerchi di tenere tutto sotto controllo o di acquisire potere sugli altri: in altri termini vai in ipercompensazione, cerchi cioè di sentirti all’opposto di come ti senti davvero quando prendi contatto con la tua ferita. Quando, invece, ti rassegni rinunci ad agire, entri nel senso di sconfitta, serbi rancore, ti fai sottomettere, rinforzi il ruolo di vittima del passato e degli altri: in altri termini vai nella resa, per cui ti fondi completamente con la tua ferita, non capendo che non siete una cosa sola e che tu puoi prendertene cura e guarirla. Quando accetti accogli le cose per come sono senza approvarle, abbracci la situazione, sospendi i giudizi e le “guerre” contro di te e gli altri, ti servi dell’energia intrappolata nella sofferenza per creare una nuova forza interiore e ti lasci andare nella direzione di questa forza;
  6. Torna su di te: da ora in poi inizia il momento di prenderti la responsabilità di guarire la tua ferita. Hai posto le basi per tornare ad occuparti di te stesso, per cui inizia a dedicare tempo ed attenzioni al tuo corpo, ricorda che la guarigione avviene quando metti in gioco tutto te stesso, non solo la mente e le emozioni, ma anche il corpo. Nutri i 5 sensi, ascoltando buona musica, assaporando buoni cibi, scegliendo profumi gradevoli, praticando il contatto fisico e ricercando il bello nella natura e nell’arte. Inizia a praticare attività fisica, meglio se intensa, compatibilmente con il tuo stato di salute: se metti costanza ti ringrazierai! Inizia a tenere un diario dove dialoghi con la tua ferita e con l’emozione principale correlata oltre che con la persona che ti ha ferito, fai domande e prova a scrivere delle risposte, esprimi dubbi e paure fino a quando non senti sollievo. Considera di parlare dell’evento e di quello che stai facendo per guarire la tua ferita con una persona fidata;
  7. Prenditi le tue responsabilità: questa è una tappa fondamentale. E’ necessario che tu capisca che, per quanto altri possano essere stati coinvolti nell’evento che ha prodotto la tua ferita, tu e solo tu hai il potere di guarirla. E’ necessario che tu vada avanti su questo percorso se non vuoi essere destinato a ripetere all’infinito, nelle relazioni a venire, il ruolo della vittima o quello del carnefice. Sentiti responsabile al 100% della tua ferita: prendi per mano te stesso e assumi comportamenti diversi e più funzionali per riguadagnare un reale benessere, sappi che continuando ad attuare gli stessi comportamenti (come quelli che ti ho descritto nelle fasi 2 e 3) otterrai purtroppo i medesimi risultati. Pertanto liberati di ogni aspettativa dalla persona che ti ha fatto soffrire, non giudicarla nè aspettati scuse, ma concentrati totalmente su di te;
  8. Scopri e coltiva le tue risorse interiori: per portare a termine il tuo percorso di guarigione, concentrati sulle risorse che già hai, anzichè su quelle che ancora non hai e utilizzale per tornare a stare bene. Individua i tuoi bisogni, sia quelli fisici, mentali ed affettivi, sia quelli transpersonali, che afferiscono cioè al tuo essere più profondo, alla tua parte spirituale. Tra i bisogni fisici c’è il riposo, l’esercizio fisico, il valorizzare la tua bellezza, un buon sonno e una buona alimentazione; tra quelli mentali imparare nuove cose, pianificare e organizzare, darti delle priorità; tra quelli affettivi essere accettato, riconosciuto, compreso ed amato. Tra quelli transpersonali il lasciare andare, amare incondizionatamente, coltivare la gratitudine, dare e donare agli altri, contemplare la bellezza e il creato, vivere il momento presente ed altri. Individua poi azioni concrete volte a soddisfare questi bisogni, poco alla volta, nonostante le inevitabili paure che ti si presentano. Considera di riconciliarti con la persona che ti ha fatto soffrire, non sempre è possibile nè necessario, se lo vuoi realmente, ti suggerisco di prenderti tutto il tempo che ti serve senza bruciare le tappe e senza costringerti in nessun modo. Impara, infine, ad agire quotidianamente nel rispetto e nell’amore di te stesso, noterai come emergerà un nuovo senso di integrità, pace e serenità senza eguali.

Spero di averti fornito una panoramica, di certo non esaustiva, del metodo che seguo per accompagnare i miei pazienti nel cammino verso la guarigione dalle ferite affettive. Spero che questa mini guida ti sia utile per prendere consapevolezza ed iniziare a prenderti cura delle tue ferite. Ricorda che è probabile che tu non riesca a percorrere tutto le tappe da solo: è un processo delicato e non sempre lineare, in tal caso puoi contattarmi per iniziare un percorso insieme.

Seguimi sul mio canale YouTube Federica Piana – Psicologa: un nuovo video ogni domenica alle 15:00.

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