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Il carattere simbiotico. Dalla fusione all’individualità.

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Il carattere Simbiotico

Ti sembra che non ci sia un chiaro confine tra te e gli altri? Ti capita di vivere momenti di estasi o di profonda gioia alternati ad altri di depressione e vuoto? Ti sembra di aggredire o ferire un’altra persona se esprimi il tuo pensiero? Soffri di un’intensa paura dell’abbandono? Senti che non hai il diritto di essere te stesso?

Il carattere simbiotico può essere in parte apparentato al carattere orale: questo tratto non compare negli scritti di Alexander Lowen, ma nell’opera di Stephen Johnson, che ne fa una descrizione interessante. 

L’origine del carattere simbiotico in te si deve al non aver ricevuto un adeguato sostegno alla naturale spinta all’indipendenza nei pensieri, nei sentimenti e nelle azioni: è molto probabile che tu, dentro alla relazione con tua madre, i tuoi genitori o chi si prendeva cura di te nell’infanzia, abbia sperimentato un eccesso di coinvolgimento, un rapporto “troppo abbondante” che non ha consentito la formazione della tua identità individuale, bloccando i tuoi tentativi di sperimentarti e separarti dalle figure adulte.

Tua madre può essere iperprotettiva ed ansiosa a dismisura e trasmetterti tale ansia ogni qualvolta tu tenti di esplorare il mondo esterno, formarti delle preferenze, assecondare le tue inclinazioni. La conoscenza che riesci a fare del mondo e delle relazioni non deriva quindi da motivazioni tue, quanto dall’aver assimilato per lungo tempo le motivazioni, le convinzioni, le ansie soprattutto, delle figure genitoriali con le quali hai intrecciato un rapporto strettissimo.

La conoscenza del mondo viene mediata dalla presenza di questi modelli interiorizzati che possono diventare molto vincolanti. Tanta è la fusione che si è realizzata tra la tua identità in crescita e quella delle figure genitoriali che in età adulta è difficile per te sentire di determinare con la tua volontà le tue scelte: vedi i tuoi genitori e poi progressivamente gli altri, non come individui a sè stanti ma come “estensioni” di te, parti di te dalle quali è difficile separarti per crearsi un’identità unica ed originale, separata. Non riesci a vedere un chiaro confine tra te stesso e gli altri e a vivere concretamente la diversità insita in ognuno.

Il circolo vizioso consiste nel continuare a “prendere in prestito” le convinzioni, le regole e le scelte degli altri  come guida per le tue azioni, lasciando progressivamente sempre più in disparte il tuo Sé, che resta quindi sommerso e rischia di essere dimenticato, anche per decenni. Quando tenti di modificare la situazione,ti scontri con una forte resistenza, una difficoltà notevole di distanziarti da questi riferimenti ormai radicati in te stesso: sperimenti la tua autonomia come immorale, egoista e sbagliata, con conseguenze negative sugli altri.

Tendi perciò a fare marcia indietro, soprattutto quando l’autonomia coincide con l’allontanarti fisicamente dalle figure significative come i genitori o altri: può venirti un’ansia fortissima fino al vero e proprio attacco di panico, che scoraggia la tua esplorazione e ti porta a rinunciare.

Rinunciando puoi evitare questa forte ansia, il vuoto e l’inevitabile senso di colpa che lti pervadono poichè stai tentando di assecondare te stesso e non più gli altri, inoltre vi è quella convinzione illusoria di essere così “onnipotente” da poter fare del male agli altri semplicemente seguendo il tuo sentire. L’autonomia e la possibilità di essere te stesso è vissuta come minacciosa rispetto al mantenere la relazione con le figure significative.

Quindi la regressione, la fusione, sono incoraggiate. Dal punto di vista dell’aspetto fisico, il tuo corpo è poco sviluppato, con muscolatura ipotonica e debole, sembri decisamente più giovane rispetto alla tua età anagrafica. Vivi nella costante illusione che sei al sicuro solo fin quando ti mantieni dentro la relazione: per mantenere questa, presunta, sicurezza, sei disposto a tutto, alla lealtà e alla fedeltà più estreme, persino quando diventano autolesive.

Obiettivi terapeutici:

Durante la psicoterapia vieni aiutato, attraverso gli esercizi bioenergetici e non solo, ad eliminare questa con-fusione tra te e gli altri: divieni capace di riconoscere il confine tra te e gli altri, abbracciando a pieno titolo sia la tua individualità che la diversità.

Quando riesci a liberarti dai riferimenti interiorizzati e vincolanti, dagli indottrinamenti e da “scorie” di vario tipo, riesci a compiere quel processo di separazione dalle figure significative e di costruzione della tua identità. Quando ti esprimi percepisci che sta dando spazio a te stesso e che non necessariamente ledi o distruggi i sentimenti degli altri, ti prendi la responsabilità di seguire ed onorare la tua natura e delle tue scelte, non delle reazioni degli altri ad esse.

Raggiunta questa fondamentale tappa dell’evoluzione personale, riesci a modificare le relazioni magari disfunzionali con persone troppo vincolanti o oppressive, ed instauri nuove e più gratificanti relazioni con persone dalle quali ti senti rispettato ed amato per quel che sei veramente

 Alcuni esempi di affermazioni che alla fine della psicoterapia divieni in grado di fare sono:

1 – Io sono Io, tu sei Tu.

2 – Ho il diritto di essere chi sono veramente.

3 – Ho il diritto di esprimermi liberamente prendendomi la responsabilità delle mie scelte.

4 – Ho il diritto di essere amato per quel che sono veramente.

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