Il corpo e l’immagine: dall’insoddisfazione al piacere. Parte prima
Il corpo e l’immagine
E’ esperienza comune a tutti, specialmente per le donne e le giovani in crescita, il guardarsi allo specchio e vedersi e valutarsi in un modo soggettivo, che può essere anche molto diverso rispetto a come ci vede e ci valuta un’altra persona. Ciò accade perchè non hai semplicemente a che fare con il tuo corpo, ma con l’immagine mentale che ti sei fatto con esso: l’immagine corporea. Si tratta di un concetto piuttosto ampio che si compone di 3 parti.
Le 3 parti dell’immagine corporea
Definizione di immagine corporea e di insoddisfazione corporea: vi è una componente percettiva di distorsione (il grado di inesattezza con cui percepisci il tuo fisico), l’insoddisfazione vera e propria (i vissuti di insoddisfazione e ansia verso il corpo di cui hai una valutazione negativa) e la componente comportamentale (evitare situazioni che creano disagio, comportamenti deleteri come paragonarti agli altri, correggere in modo ossessivo il proprio aspetto fisico).
Come si costruiscono la percezione e l’insoddisfazione corporea. Sono diversi i fattori che contribuiscono ad una visione positiva e soddisfacente del tuo corpo o al contrario. Ci sono le influenze del passato, quegli elementi che ti hanno portato a percepire il tuo aspetto come lo percepisci oggi. Poi ci sono le influenze del presente, le esperienze quotidiane che determinano le sensazioni che provi, i pensieri che formuli e i comportamenti che adotti. Esperienze che contribuiscono a rafforzare o indebolire la tua insoddisfazione corporea: condizionamenti familiari (complimenti o meno), le persone prese come modello, le prese in giro, le conseguenze legate alla crescita, alla maternità e all’invecchiamento, eventuali incidenti o problemi di salute. Anche la moda e i media influenzano l’immagine corporea bombardandoti di immagini artificiali, che dovrebbero costituire l’ideale di bellezza, accentuandone il ruolo come fonte di felicità. L’industria cosmetica e della chirurgia estetica guadagnano quote di mercato sempre maggiori. E’ evidente oramai che in Occidente ed in tutto il mondo industrializzato, l’ideale della magrezza rappresenta quasi un imperativo da perseguire ad ogni costo, o quasi. L’ideale della magrezza fa parte della cultura occidentale fin dall’inizio del Novecento, ma è solo dagli anni ’60 che le diete e la magrezza sono diventate una vera ossessione culturale di massa. Tale situazione condiziona soprattutto la donna, poichè l’attrazione e la desiderabilità sono componenti importanti dell’autostima e del successo sociale femminile.
Lo studio più noto che documenta la diffusione crescente dell’ideale della magrezza fa parte delle ricerche condotte da Garner e Garfinkel. Per oltre 20 anni hanno preso in esame due standard di bellezza femminile : le vincitrici del concorso di Miss America e le “conigliette del mese” di Playboy, registrando in entrambi una diminuzione graduale del peso delle modelle ed una riduzione delle curve. Storicamente, quando le donne sono state impegnate a dimostrare le loro capacità intellettuali, è risultato predominante l’ideale della magrezza, ciò perchè persistendo il condizionamento dovuto ai pregiudizi sessuali e agli stereotipi negativi, la presenza di curve nella donna è associata alla mancanza di intelligenza e di capacità (il luogo comune dell’oca bionda). Per di più come hai visto la formosità, e qualunque forma di grassezza, è strettamente collegata ai concetti di fertilità e capacità riproduttiva. Di conseguenza l’aspirazione ad essere magra e anche priva di curve rappresenta per te come donna un tentativo di sfuggire alla concezione patriarcale interiorizzata, in base alla quale la funzione riproduttiva definisce il tuo carattere, posizione e valore. Attraverso il linguaggio della forma corporea, essa rappresenta anche un tentativo di imitare l’uomo che ha purtroppo conseguenze autodistruttive, poichè non ti porta alla vera emancipazione ed autorealizzazione.
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