Il disturbo d’Ansia Generalizzata.
Che cos’è l’ansia generalizzata?
L’ansia si può presentare in moltissime forme diverse: può essere un sintomo di accompagnamento all’interno di un disturbo clinico, può essere un sintomo presente in un quadro di disturbo della personalità, o può rappresentare un disturbo d’ansia vero e proprio. In questo articolo ti illustro il disturbo d’ansia generalizzata. Si tratta di un disturbo che colpisce di più le donne rispetto agli uomini ed esordisce tipicamente già nell’infanzia o nella prima età adulta.
Chi soffre di questo disturbo non presenta occasionali picchi di ansia o momenti di maggior tensione, piuttosto sperimenta un costante stato d’ansia che spesso è riferibile a cose di poco conto come le piccole azioni quotidiane, incombenze e impegni ordinari. Inoltre, se ne soffri, sei sempre in apprensione e ti attendi con un alto grado di allerta il verificarsi di eventi che, ne sei certo, saranno negativi o addirittura catastrofici. La tua ansia non è scatenata da qualcosa di specifico ma è per l’appunto, generalizzata: è presente in modo indiscriminato in una varietà di situazioni e in presenza di stimoli i più diversi. I più comuni sono la salute tua, dei tuoi animali (se ne hai) e dei tuoi cari, le finanze, la sicurezza in casa e sui mezzi di trasporto, ma anche gli eventi sociali macroscopici come cambiamenti politici, e i cambiamenti climatici. Ecco altri articoli dove ti faccio una panoramica completa dell’ansia patologica: https://federicapianapsicologa.it/i-pilastri-dellansia-patologica-prima-parte/, https://federicapianapsicologa.it/i-pilastri-dellansia-patologica-seconda-parte/.
Mentre questi sono articoli utili a capire il fenomeno del rimuginio, pilastro del disturbo d’ansia generalizzata: https://federicapianapsicologa.it/guida-pratica-al-rimuginio-cose-e-come-superarlo-parte-prima/,
https://federicapianapsicologa.it/guida-pratica-al-rimuginio-cose-e-come-superarlo-parte-seconda/.
I sintomi: fisici, mentali ed emotivi
Quando sei colpito da questo disturbo non riesci a mitigare in alcun modo questa eccessiva e pervasiva preoccupazione, stato che ti porta a manifestare un corteo impressionante di sintomi fisici diffusi in varie parti del corpo quali la sudorazione, la tensione muscolare generale, le vampate di calore, le extrasistole, la nausea, il nodo alla gola e quant’altro. L’ansia generalizzata è riconoscibile anche dalle lamentele di disturbi muscolo-scheletrici, come tremori, facile faticabilità, ma soprattutto l’elemento distintivo è uno stato di tensione cronica che coinvolge la parte alta del torace, vale a dire la zona delle spalle, della nuca, l’area cervicale. Non sorprende quindi che tu soffra anche per dolori alle varie parti del corpo e di disturbi correlati come le cefalee muscolo-tensive. Se sei affetto dal disturbo d’ansia generalizzata soffri probabilmente anche del più comune disturbo del sonno: l’insonnia, la tua difficoltà consiste principalmente nell’addormentarti, quindi di lasciare andare le tensioni e le incombenze della giornata e accogliere il sonno ristoratore. E’ frequente ritrovarti sveglio, girandoti più volte nel letto, con una sorta di “smania” data dall’affastellarsi continuo dei pensieri e delle preoccupazioni che non accennano a diminuire. Sono pensieri con i quali convivi ogni giorno e contro i quali lotti, in una dimensione assai faticosa, snervante a tratti, e del tutto improduttiva, proprio perchè non sono riflessioni equilibrate, ma rimuginii ripetitivi e stagnanti. Tutto questo è una conseguenza dell’ansia massiccia, una conseguenza data dall’impossibilità per te di comprendere che cosa ti accade, di autoregolare le proprie emozioni, i pensieri e dirigerli verso azioni efficaci.
Gli effetti dell’ansia generalizzata
Come accade per tutti i disturbi, purtroppo, la tua personalità ne risente, ne viene in più modi influenzata: quindi ti può capitare di essere descritto come irritabile, sempre nervoso, incapace di rilassarti, di mantenerti concentrato o persino irascibile. Questo disturbo è tendenzialmente cronico e di lunga durata e, data l’invalidità che può arrecare nella tua vita, può presentarsi in comorbidità con altri disturbi d’ansia come il disturbo di panico, le fobie specifiche e con disturbi dell’umore, più di frequente la depressione. Dal momento che non riesci autonomamente e in modo salutare a regolare i tuoi stati interni, come i pensieri, le motivazioni e le emozioni, puoi sviluppare dei comportamenti a rischio come l’abuso di sostanze, in particolare modo dell’alcool, o di psicofarmaci come gli ansiolitici, fin troppo facilmente reperibili e prescritti talvolta con leggerezza dal medico curante, basandosi sulla praticità e immediatezza nel produrre gli effetti sperati. Dato che alcuni psicofarmaci si prestano in questo caso all’uso improprio e all’abuso, ci tengo a precisare che non è mai una buona idea autoprescriverteli o farteli consigliare dall’amico o dal familiare che li ha assunti con beneficio. Bisogna rivolgersi allo specialista, quindi al medico psichiatra, che valuti attentamente il caso specifico e, se lo ritiene realmente utile, ti indichi il farmaco più adatto, la dose e la durata di assunzione. Da sottolineare un altro aspetto: anche lo scalaggio del farmaco dev’essere effettuato in modo attento, seguendo le indicazioni del medico psichiatra, pena il fastidioso effetto di rimbalzo dato dalla sospensione inopportuna e rapida del farmaco.
Le cause
Guardando adesso alle cause del disturbo d’ansia generalizzata, bisogna dire che sono diverse e molteplici, non del tutto comprese. Come per molti altri disturbi psicologici, anche per l’ansia generalizzata nella comunità scientifica si parla di eziopatogenesi multifattoriale, vale a dire che tra le cause del disturbo possono esserci tanto variabili psicologiche, quanto biologiche, sociali e ambientali correlate tra loro. Ogni approccio teorico-pratico nel vasto campo delle psicoterapie rintraccia cause diverse alla base di questo disturbo, ma, per semplificare e darti informazioni orientative, ti vado a elencare alcuni fattori di rischio messi in evidenza dalle ricerche. Tra questi si rintracciano: esperienze dolorose intense o traumi veri e propri soprattutto nei primi anni di vita, nell’infanzia e nella prima adolescenza, aver vissuto eventi di vita altamente stressanti per lungo tempo e alcune caratteristiche di personalità come la tendenza all’evitamento, il pessimismo, l’introversione, infine aver avuto malattie importanti o croniche che hanno minato lo sviluppo di una salda autostima e la scarsa capacità di autoregolare le proprie emozioni. Si è visto dagli studi che è presente anche una componente genetica che aumenta il rischio di sviluppare il disturbo, poiché si riscontra di frequente la familiarità, cioè la presenza di familiari del paziente anch’essi affetti dal disturbo d’ansia generalizzata o da altri disturbi d’ansia. Questo fa ipotizzare un substrato genetico predisponente condiviso dai membri della stessa famiglia.
Ci tengo a dirti che avere uno o più fattori di rischio non equivale alla certezza di sviluppare un determinato disturbo. In psicologia clinica non regna la matematica, non si possono calcolare con precisione le probabilità che certi fattori si compongano a dare determinati effetti. Infatti, i fattori di rischio dei primi anni di vita costituiscono una condizione necessaria ma non sufficiente; occorre che si combinino ad ulteriori fattori che intervengono più tardi nello sviluppo, come eventi particolarmente stressanti, perdite affettive o economiche, cambiamenti sofferti e inevitabili ed altre variabili ancora.
Le terapie del disturbo d’ansia generalizzata
Che cosa si può fare per curare il disturbo d’ansia generalizzato? Come dico sempre in tutti i miei contenuti divulgativi, è fortemente sconsigliato il fai da te o l’arrangiarti con i “consigli” raffazzonati presi in qua e in là. Quando si entra nell’area clinica, cioè della psicopatologia, bisogna rivolgersi agli specialisti: a uno psicologo e psicoterapeuta come me e, se necessario, ad un medico psichiatra, poiché ognuno con i propri strumenti e le proprie competenze sa come accompagnarti in un percorso idoneo a creare consapevolezza, a eliminare i pregiudizi che aleggiano sulla sofferenza psicologica e a restituirti benessere e salute. Occorrono percorsi idonei di presa in carico, quali la psicoterapia innanzitutto e, in secondo luogo, la valutazione medico-psichiatrica per il supporto farmacologico: diffida dal seguire indicazioni dispensate da figure non sanitarie, poichè andresti a crearti solo confusione e non centreresti il punto.
Per quello che riguarda la mia area di competenza, quindi la psicoterapia, io mi servo di un ventaglio di conoscenze, strumenti e tecniche apprese durante i miei studi, allo scopo di aiutarti a modificare i 3 principali piani:
- Il piano mentale, composto dai rimuginii, dalle tue credenze catastrofiche e pessimistiche che ti fanno prevedere che tutto andrà male, e dalla valutazione di te stesso in termini svalutanti e svilenti;
- Il piano emozionale, quindi l’ansia, ma anche la vergogna, l’irritabilità e la demoralizzazione che ti attanagliano,
- Il piano corporeo, dato che a causa dell’ansia generalizzata sperimenti una costellazione di sintomi corporei accomunati dalla tensione, dall’ipervigilanza e dal dolore (vedi le cefalee muscolo-tensive). Molto utile in questo caso è apprendere metodi di consapevolezza psico-corporea e rilassamento (quale il Training Autogeno, leggi qua: https://federicapianapsicologa.it/training-autogeno-schultz/)
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