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La Fobia Sociale. Tra inadeguatezza e paura del giudizio.

Ragazzo che si mette le mani sul viso

Che cos’è la fobia sociale?

Voglio iniziare dalla caratteristica principale della fobia sociale: si tratta alla base di una profonda paura di agire, di fronte agli altri, in modo imbarazzante, inappropriato o sbagliato e di ricevere giudizi negativi. Una persona che ne soffre è portata ad evitare la maggior parte delle situazioni sociali, per paura di comportarsi per l’appunto in modo “sbagliato” e che per questa ragione verrà mal giudicata, derisa, rifiutata o addirittura umiliata.

La fobia sociale è un disturbo alquanto diffuso tra la popolazione, e come per altri disturbi d’ansia, va a caratterizzare maggiormente le donne rispetto agli uomini. Gli studi scientifici rivelano una percentuale che va più o meno dal 3% al 13%. Ecco altri articoli dove ti faccio una panoramica completa dell’ansia patologica: https://federicapianapsicologa.it/i-pilastri-dellansia-patologica-prima-parte/https://federicapianapsicologa.it/i-pilastri-dellansia-patologica-seconda-parte/.

Mentre questi sono articoli utili a capire il fenomeno del rimuginio, pilastro di tutti i disturbi d’ansia: https://federicapianapsicologa.it/guida-pratica-al-rimuginio-cose-e-come-superarlo-parte-prima/,

https://federicapianapsicologa.it/guida-pratica-al-rimuginio-cose-e-come-superarlo-parte-seconda/.

Le emozioni nella fobia sociale

Quali sono di solito le situazioni maggiormente temute da chi soffre di fobia sociale (o disturbo d’ansia sociale)? Sono tutte quelle situazioni che comportano la necessità di dover fare qualcosa davanti ad altre persone, come ad esempio telefonare o mangiare, scrivere o firmare un documento, o più semplicemente entrare in una sala dove ci sono persone già sedute, temendo di essere scrutato e valutato, oppure parlare con un proprio amico. C’è una cosa che una persona con fobia sociale teme ancora di più, in fondo: ed è quello di apparire ansiosa e di mostrare i “segni” visibili della sua ansia, cioè diventare rossa in volto, di tremare, di balbettare, di sudare, di avere il batticuore, oppure di rimanere in silenzio senza riuscire a conversare con gli altri e a saper rispondere in modo veloce e adeguato in una discussione. L’emozione nucleare che contraddistingue la persona con fobia sociale è, pertanto, la vergogna: per lei mostrare i segni dell’ansia in pubblico è garanzia di sprofondare in una vergogna che la fa sentire diversa, disconnessa dagli altri. Come per tutte le situazioni fobiche, quando la persona si trova lontana dalla situazione che le innesca l’ansia, percepisce eccessiva e irragionevole la propria ansia e, in conseguenza di ciò, tenda a  giudicarsi debole, sciocca, fallimentare per il fatto di non riuscire con naturalezza a fare quelle cose che normalmente molte altre persone fanno, finendo imprigionata in un circolo vizioso che le procura molta sofferenza.

Due tipologie

Questo disturbo tende ad esordire nell’adolescenza o nella prima età adulta e può avere un andamento stabile, quindi andare in cronicità, (non è detto, in psicologia non ci sono effetti “inesorabili” di precise cause), perché la persona vive immersa in un flusso di esperienze e di stimoli che possono incidere parecchio sul decorso della sua fobia sociale. Tuttavia, se non viene riconosciuta e trattata, questa problematica può cronicizzarsi e può creare problemi secondari come la depressione o l’uso improprio di sostanze come l’alcool.

Esistono due tipi di Fobia Sociale:

  • Il tipo semplice, proprio di una persona che sperimenta ansia sociale solo in una o poche tipologie di situazioni (per esempio si sente bloccata nel parlare in pubblico ma non ha problemi particolari a partecipare ad una festa con i propri amici);
  • Il tipo generalizzato, che si presenta quando la persona prova un forte disagio in tutte le situazioni sociali. In questi casi particolarmente gravi lo psicologo psicoterapeuta tende a porre diagnosi di disturbo evitante della personalità.

Nelle situazioni sociali temute, la persona con fobia sociale è molto preoccupata di apparire imbarazzata e goffa e teme, anzi, ne è praticamente certa, di essere giudicata ansiosa, debole, imbranata, strana o pazza.

I sintomi

Venendo ora ai sintomi della fobia sociale, tra di essi si ritrovano la paura di parlare in pubblico per via del timore di dimenticare qualcosa o che gli altri notino questi segnali fisici di alta attivazione, quali le palpitazioni, il sudore, i tremori, la tensione muscolare, la nausea, la bocca secca e il mal di testa.

Quali sono gli altri sintomi che fanno parte della fobia sociale? Sono due sintomi che accomunano tutti i disturbi d’ansia: i comportamenti di evitamento e l’ansia anticipatoria. La persona con fobia sociale tende a sottrarsi in modo massiccio alle situazioni dove sa che sperimenterà disagio, per cui rifiuterà inviti ad uscire e a partecipare ad eventi sociali, delegherà delle incombenze a chi, come un familiare o il partner, si presta ad aiutarlo, anche se si tratta di un aiuto che non aiuta, perché va a creare complicità nei confronti del disturbo, potrebbe, nei casi più gravi, limitare moltissimo la sua vita in generale ritirandosi nella propria casa. Se obbligata a confrontarsi con l’esterno, la persona con fobia sociale tollera con un carico di sofferenza molto elevata la situazione ansiogena.

L’altro elemento che ti ho accennato prima consiste nell’ansia anticipatoria, cioè una forma di ansia che precede le situazioni sociali di cui la persona ha molta paura. Che cosa accade dunque? La persona inizia a preoccuparsi di quello che potrebbe fare, dire, di quello che potrebbe accadere durante la situazione temuta prossima, lo fa, almeno inconsapevolmente, al fine di riuscire a controllare la situazione, a prevedere come potrebbe svolgersi: cerca di avere un maggiore controllo su se stessa, ma questo è un meccanismo che va a intrappolare ancora di più la persona nel circolo vizioso del disturbo perché alimenta la percezione della pericolosità di quelle situazioni già temute e non le consente di sperimentarsi capace al pari degli altri di esporsi a tali situazioni e affrontarle senza disagio. La persona può anche trascorrere delle ore a preoccuparsi in vista dell’evento temuto e tendenzialmente cercherà di evitarlo, purtroppo autoaccusandosi per la sua presunta debolezza e sentendosi sempre meno in grado di affrontare situazioni di vita comuni senza capirne le ragioni.

Le terapie per la fobia sociale

In conclusione, voglio parlarti delle cure migliori per la fobia sociale. Come per gli altri disturbi d’ansia, anche in questo caso la psicoterapia è il trattamento ideale, perché, a parità di efficacia in fase acuta con l’intervento farmacologico (che consiste in benzodiazepine e/o antidepressivi), la terapia psicologica conduce la persona fuori dal tunnel dell’ansia patologica, garantendo dei tassi di ricaduta molto inferiori ai trattamenti solo farmacologici. Questo accade perché il farmaco agisce velocemente sui meccanismi biochimici che producono la reazione ansiosa, ma non insegna niente alla persona. L’effetto controproducente del farmaco è che manda un messaggio negativo alla persona: è come se le dicesse che è inerme, che l’unica cosa che può fare è assumere il farmaco. Nel dire questo non voglio demonizzare gli psicofarmaci, talvolta sono utili e in alcuni casi indispensabili, ma non voglio veicolare il messaggio per cui da un disturbo d’ansia si esce in modo totale con gli psicofarmaci. Con la psicoterapia, invece, la persona ha l’occasione di apprendere tante cose su di sé, di conoscere il proprio disturbo, il suo significato e la sua collocazione nella propria storia e nel proprio funzionamento generale. Puo’ disimparare i meccanismi nocivi che contribuiscono al malessere e imparare come ridurre i sintomi, come gestire i propri stati mentali, quali le emozioni, i pensieri, i bisogni e modificare i propri comportamenti. Non sono assolutamente contraria all’utilizzo dello psicofarmaco, dev’essere attentamente valutata la situazione specifica della persona e va prescritto solo dal medico specialista, lo psichiatra. Tuttavia, è essenziale che la persona comprenda che il miglior aiuto che può darsi non è esterno, come appunto il farmaco, ma interno, sono cioè le sue risorse.

Se soffri di fobia sociale la cosa migliore che puoi fare è rivolgerti a un professionista, uno psicologo psicoterapeuta come me, che ti accompagni in un percorso dedicato e cucito sulle tue necessità.

Quando lavoro con una persona che soffre di fobia sociale la aiuto ad acquisire gli strumenti indispensabili a diventare via via più autonoma nel fronteggiare i propri sintomi ansiosi. Nel mio metodo di lavoro mi servo di un ventaglio di tecniche e strumenti utili a riportare in fisiologia i piani mentale, emotivo e corporeo coinvolti nel disturbo d’ansia. Alla persona spiego come funziona l’ansia dal punto di vista tanto fisico quanto psicologico, la differenza tra l’ansia normale e adattiva e quella, invece, patologica. Le illustro i meccanismi di rinforzo e quelli di estinzione dell’ansia, vale a dire come l’ansia va ad alimentarsi e come può diminuire fino a rientrare in fisiologia e scomparire. La aiuto a capire quali sono le convinzioni limitanti che altro non fanno che alimentare la sua ansia fino al circolo vizioso dell’ansia anticipatoria e dell’evitamento, allo scopo di creare pensieri più flessibili e salutari, le insegno metodi di consapevolezza e rilassamento (quale il Training Autogeno, leggi l’articolo introduttivo: https://federicapianapsicologa.it/training-autogeno-schultz/), utili ad abbassare l’attivazione corporea, e la guido ad esporsi gradualmente alle situazioni sociali precedentemente evitate aiutandola a potenziare le proprie abilità comunicative e relazionali.

Seguimi sul mio canale YouTube Federica Piana – Psicologa: un nuovo video ogni domenica alle 15:00.

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