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Perchè NON rivolgersi ad uno psicologo. Seconda parte.

Boy sits unhappy Psicologa prato

Perche non rivolgersi ad uno psicologo

In questa seconda parte voglio approfondire alcune delle teorie che forse hai rispetto alla professione dello psicologo, in cosa consista e come possa essere di aiuto nella tua vita. Le teorie di cui ti parlo sono teorie cosiddette ingenue, poichè non hanno alcun fondamento scientifico, tuttavia sono molto comuni. Secondo la teoria dell’incapacità ti spieghi la sofferenza negli errori che commettei e nella mancanza di capacità ed impegno. Pensi di stare male perchè non hai saputo evitare un certo danno o ottenere un certo risultato. Ti attribuisci totalmente la responsabilità dello stare male: non ti senti abbastanza motivato, ti senti ignorante, poco dotato di abilità, senti di avere “un brutto carattere” ecc ecc. Ritieni di poter essere felice, dunque, solo ottenendo un certo risultato o evitando un certo danno. Non comprendi che le azioni che compi dipendono dalle tue convinzioni su di te, gli altri e il mondo e pensi che lo psicologo debba insegnarti, come un professore, le tecniche migliori di comportarti così da evitare quel danno o ottenere quel risultato. Se hai questa teoria pensi di dover diventare un ottimo allievo del tuo psicologo-prof: ma la psicoterapia non mira a farti diventare un perfetto risolutore di qualunque tipo di problemi. Mira a guidarti a comprendere che soffri in certi ambiti della tua vita per il particolare valore che attribuisci agli scopi in tali ambiti (lavorativo, sociale, affettivo, prestazionale) e non per ignoranza/incapacità o scarsa motivazione (che sono effetti e non cause), aiutandoti a modificare i modi insani di raggiungere questi scopi o, persino, di rinunciarvi se non hai alternative, farti comprendere, inoltre, che i risultati delle tue azioni non dipendono esclusivamente da te ma da molteplici fattori.

Secondo la teoria della disfunzione biochimica, puoi pensare che il tuo star male dipenda da un malfunzionamento di parti del tuo sistema nervoso, da anomali genetiche o da forze inconsce o impulsi irresistibili contro cui non puoi fare niente. Non ti concepisci come un agente attivo, dotato di volontà ed intenzionalità: è più probabile infatti che ti rivolga ad un medico chiedendo la prescrizione di farmaci che “aggiustino o risolvano” la disfunzione biochimica; ma, se accedi ad una psicoterapia, tendi a concepire l’aiuto psicologico come uno sforzo estremo di controllare queste tremende forze irrazionali ed inconsce dentro di te, credendo che solo sforzandoti di cambiare i tuoi comportamenti, e non i vissuti e le convinzioni sottostanti, potrai stare meglio. E’ una teoria che pone grossi ostacoli al percorso psicologico: ti deresponsabilizzi e puoi sentirti infastidito quando lo psicologo esplora con domande il tuo mondo interiore fatto di memorie, convizioni, condizionamenti ed emozioni, poichè non attribuisci a questa esplorazione nessuna utilità. Se sei questo tipo di persona, infatti, la razionalità e le emozioni non sono conciliabili.

Un’altra teoria molto comune riguarda il pensare che il tuo stare male sia causato da forze esterne impersonali: la sfortuna, la sorte avversa, la scarsità di denaro o gli influssi astrali. Tutti questi sono elementi assolutamente esterni a te, che ti percepisci non come un agente attivo e decisore della tua vita, ma quasi come un oggetto alla mercè di queste forze: non senti di avere controllo. Immagini di poter stare meglio solo quando “la fortuna girerà a tuo favore“, quando arriverà una fantastica opportunità di lavoro o “il principe azzurro” ecc ecc. Lo psicologo ha il compito di guidarti a comprendere che il tuo stare male dipende per la maggior parte da fattori interni a te, cioè le convinzioni, i vissuti ed i condizionamenti sulla base delle quali valuti ciò che ti accade: aiutandoti a rimettere in discussione tali elementi, a comprendere che in un dato momento della vita erano funzionali ma adesso non lo sono più e occorre trasformarli per renderli più funzionali alle tue esigenze attuali. Lo scoglio più frequente nel lavorare con te, se hai questa teoria,  sta nella riluttanza e nella demotivazione: ti aspetti che lo psicologo ti ascolti nei tuoi sfoghi e ti aiuti a sopportare le forze esterne citate in precedenza fino a quando “la fortuna non girerà”. Solo comprendendo il ruolo attivo e pratico che devi intraprendere si potrà parlare di psicoterapia vera e propria. 

Vi è poi il caso in cui attribuisci il tuo stare male alla presenza di relazioni insoddisfacenti a livello familiare, lavorativo, sentimentale e sessuale. Per quanto è ovvio che questo possa rappresentare un dispiacere per te, la tua sofferenza non sta tutta in ciò che gli altri fanno o non fanno nei tuoi confronti, quanto nei modi in cui percepisci e valuti queste azioni da parte degli altri. E’ questo il caso di chi quando dai molto valore alle manifestazioni di affetto o di stima e il non riceverne abbastanza conduce ad un’inevitabile sofferenza. In questo caso lo psicologo deve prestare molta attenzione agli elementi emotivi nella relazione con te, perchè solo facendoti sentire compreso ed accettato e capendo le carenze affettive o i traumi intervenuti nella tua vita può aiutarti a far guarire queste ferite.

Nel caso in cui ti spieghi il tuo star male sulla base dei condizionamenti, dei vissuti e delle convinzioni che si sono creati durante la tua vita sulla scorta di eventi, per lo più spiacevoli, lo psicologo può subito iniziare la psicoterapia poichè possiedi già il miglior assetto mentale volto a trarne i massimi benefici. Questo è possibile se ti senti un agente attivo, un protagonista della tua vita, in altri termini una specie di esploratore che ti muovi nella realtà per acquisire informazioni e conoscere come questa funziona, o di scienziato che ti fai ipotesi sulla realtà e ti metti a testarne la validità capendo quali sono utili e funzionali e quali inutili e vadano scartate.

Vai alla prima parte di questo articolo: http://federicapianapsicologa.it/motivi-non-rivolgersi-ad-uno-psicologo/ 

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4 Aprile 2020/da Federica Piana
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