Training Autogeno: la pesantezza. Il richiamo alla Terra
Training Autogeno: la pesantezza.
Dopo aver raggiunto un buon livello di distensione attraverso l’esercizio della calma prosegui con il primo esercizio di base, l‘esercizio della pesantezza, il cui obiettivo è farti sperimentare un senso di pesantezza diffuso in tutto il corpo. Questo esercizio, insieme all’induzione del calore, è uno degli esercizi di base: Schulz, infatti, dalla sua esperienza come medico negli ospedali militari, potè constatare che il rilassamento nei feriti era caratterizzato da un progressivo svilupparsi della pesantezza e del calore corporei.
Il principio fisiologico alla base di questo stato di pesantezza è il principio della generalizzazione, per cui, concentrandoti passivamente su una particolare sensazione in una parte del corpo, è possibile generalizzare la stessa sensazione a tutto il resto del corpo.
Inizi a indurre la pesantezza partendo dalle braccia, prima il braccio destro (se la persona è destrimana, il braccio sinistro se è mancina), poi il braccio sinistro, per poi andare alle gambe e a tutto quanto il corpo. La sensazione che si produce in seguito all’esercizio è di spinta verso il basso, come ad aderire completamente alla superficie di appoggio.
Talvolta il senso di pesantezza può diventare contemporaneamente un senso di leggerezza, in quanto puoi avere la sensazione di completa immobilità ed intorpidimento del corpo tale per cui percepisci un distacco da esso. A livello fisiologico si tratta di un vissuto di abbandono e distensione totali che, con l’allenamento, può diventare sempre più immediato e piacevole.
Può capitare all’inizio e se sei una di quelle persone con maggiori difficoltà a lasciarsi andare e a mollare il controllo, che questa esperienza possa essere percepita con un senso di disagio, che però, ancora una volta grazie alla pratica viene brillantemente superato. Una regola generale è non forzare i tempi nè cercare di accelerare il processo: la commutazione autogena fisiologica e le relative modificazioni corporee devono avvenire in modo naturale, “autogeno” appunto.
Non ci deve essere uno sforzo teso a raggiungere velocemente gli obiettivi: lo sforzo produce tensione nervosa e fisica, vanificando il processo del T.A. L’atteggiamento ottimale è di fiducia, apertura e costanza nell’applicazione del metodo. Nel caso in cui la pesantezza tardi ad arrivare nonostante l’allenamento, il suggerimento è di proporti un’immagine significativa che comunichi il senso di pesantezza. Potrai cercare una tua immagine interna da visualizzare, come immaginare il tuo corpo che affonda nella sabbia o sul materasso, che è attirato al basso da una grande calamita, oppure che al corpo siano appesi tanti piccoli pesi che lo portano verso il basso.
E’ possibile ampliare la formula aggiungendo elementi che suggeriscono il senso di pesantezza come “Il mio corpo è pesante come il piombo/un blocco di marmo”. Questi stratagemmi mirano ad aprire di più i canali sensoriali al fine di trovare nella memoria corporea quei vissuti del passato in cui hai sperimentato realmente la pesantezza in una parte o in tutto il corpo. Sperimentare la pesantezza in tutto il corpo comporta un avvicinarsi al suolo, alla terra. Tu, lasciando andare tutte le tensioni ed abbandonandoti alla superficie che ti sostiene, puoi affidarti indirettamente al sostegno della terra sotto di te.
L’energia e il I chakra
Soffermarti su questa immagine diventa importante per il significato simbolico che tale esercizio possiede. Affidarsi alla terra e ricongiungersi ad essa significa infatti ricontattare le tue radici, riavvicinarti alla “Mater”, cioè alla Madre Terra e riceverne tutta l’energia, il sostegno, l’equilibrio e la spinta verso l’alto. Per questa ragione è utile far precedere l’induzione della pesantezza da un esercizio bioenergetico di Grounding.
C’è poi un legame con gli aspetti più spirituali dello Yoga correlati al primo chakra, “Muladhara” che significa appunto “radice“, collocato sull’osso sacro. Questo chakra rappresenta la Terra, è indicato dal colore rosso, simboleggia la stabilità, il tuo diritto ad esistere, il primo e più basilare. Queste 3 componenti (fisica, psicologica e spirituale) sono inseparabili poichè lavorare sulla pesantezza corporea significa riappropriarti del contatto con la terra, sentire che le gambe ti sostengono e che sono forti e stabili sul suolo, questo produce un maggior equilibrio sia fisico, sia psicologico che spirituale.
L’esercizio della pesantezza prevede i seguenti passaggi:
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Prenderti uno spazio ed un tempo solo per sè in cui poter stare tranquillo;
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Assumere una delle posizioni del T.A.;
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Chiudere gli occhi;
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Fare 3 respiri profondi riempiendo e svuotando completamente i polmoni;
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Lasciare scivolare via dalla mente tutti i pensieri, preoccupazioni ed idee;
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Ripetere da 3 a 6 volte mentalmente la formula “Io sono perfettamente calmo e disteso”;
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Concentrarti sul braccio destro (se la persona è mancina sul braccio sinistro) e percorrerlo mentalmente dalle dita della mano fino alla spalla;
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Ripetere mentalmente da 3 a 6 volte la formula “Braccio destro pesante”;
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Ripetere mentalmente da 3 a 6 volte la formula “Braccio sinistro pesante”;
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Ripetere mentalmente da 3 a 6 volte la formula “Gambe pesanti”;
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Ripetere mentalmente da 3 a 6 volte la formula “Corpo pesante”;
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Concludere ognuna di queste formule con “Io sono perfettamente calmo e disteso”;
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Terminare l’induzione con gli esercizi della ripresa.
Ogni volta che fai l’esercizio della pesantezza è necessario allenarti costantemente così da consolidare la sensazione fisiologica in modo che alla fine sarà sufficiente dire la formula “Corpo pesante” per avvertire tale stato in tutto il corpo immediatamente.
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